mercoledì 12 marzo 2014

Il nuovo Spettacolo sul Teatro Canzone di Gaber-Luporini: intervista a Luca Martella

http://www.controluce.it/rubriche/spettacoli-e-arte/gaber-e-luporini-intervista-a-luca-martella.html

Gaber e Luporini: intervista a Luca Martella

Scritto da  Patrizia Boi
LUG CAPELLI 1Luca Martella e la sua Band si esibiranno il 12 aprile prossimo alle ore 20,30 presso l'Auditorium del Liceo Scientifico Statale Vito Volterra, Via Dell'Acqua Acetosa, 8/a a Ciampino.

Il comune di Ciampino ha concesso il Patrocinio allo spettacolo dal titolo Storie del Signor G... 10 anni dopo. E pensare che c'era il pensiero grazie alla disponibilità del Dirigente Scolastico Ezia Palmieri e della Provincia di Roma che hanno messo a disposizione la location celebre per le tante edizioni dell'International Jazz Festival.
Il ricavato del concerto sarà devoluto in favore dei malati di Parkinson del 'Centro Umanistico di Solidarietà' di Ciampino che ha promosso l'evento attraverso il suo Presidente Fernando Ruscito.
Lo spettacolo dal vivo, scritto, interpretato e diretto da Luca Martella, è un omaggio al Teatro-Canzone di Gaber-Luporini, un susseguirsi di monologhi e canzoni che spaziano da Lo shampoo a Destra-Sinistra, da Mi fa male il mondo aQualcuno era comunista, da La razza in estinzione a Io non mi sento Italiano in un arco di tempo che va dagli anni '70 al 2000.
Luca Martella sarà accompagnato dal suo quintetto composto da Fabio Di Cocco alle Tastiere, Massimiliano De Lucia alla Batteria, Andrea Colella al Contrabbasso, Matteo Martella al Sax, Giancarlo Martella alla Chitarra.
Abbiamo intervistato l'Attore in merito alla sua attuale attività e ai prossimi spettacoli in programma:
P.B.: Quanto tempo è passato dall'ultima volta che hai portato questo spettacolo a Ciampino?
lug fra 3L.M.: Sono passati più di quattro anni... Abbiamo fatto 4 serate a cui hanno partecipato un migliaio di persone. Fare uno spettacolo nel luogo dove sei nato dà una soddisfazione immensa, magari certe persone non ti conoscevano da quella prospettiva. Gli stessi familiari ci vedono nella vita in modo diverso rispetto a come appariamo in Teatro...
P.B.: Perché accetti sempre le sfide che ti propone Fernando Riuscito di combattere contro la malattia?
L.M.: Perché io sono un miracolato: da giovane ho avuto un brutto incidente da cui sono uscito vivo per chissà quale destino – sono morti nell'impatto due miei carissimi amici d'infanzia e c'è voluto molto tempo per l'elaborazione di questo lutto –; sette anni fa, poi, ho combattuto contro un tumore alla tiroide, figuriamoci se non comprendo la malattia. La mia voglia di vivere e forse qualche missione che mi aspetta nella vita, mi hanno fatto vincere diverse battaglie. E vorrei che fosse lo stesso per i ragazzi che lottano ogni giorno con questo "Amico indesiderato" per dirla con il libro di Emanuele...
P.B.: Che rapporto hai con i malati di Parkinson?
L.M.: Appartengono alla vita, ai suoi rischi, alle sue difficoltà, ai destini incrociati che ci mettono in contatto per qualche ragione. Quand'ero piccolo frequentavo il nostro parroco Don Giuseppe, un uomo eccezionale... A un certo punto lui si è ammalato e ha subito un trapianto di fegato – attualmente vive con il fegato di una donna, Barbara –, come conseguenza del trapianto ha contratto il Morbo di Parkinson, insomma sembrava dovesse morire da un momento all'altro, eravamo convinti che il male lo avrebbe sconfitto. Invece sono tredici anni che è affetto da questo Morbo, ma è vivo e intenso più che mai. Quando parla, nonostante i limiti del suo corpo ammalato, trasmette i suoi messaggi con una comunicazione, con una mimica e con un tono di voce degna di un grande attore...
È riuscito a conservare le sue doti e la sua vitalità a dispetto della malattia, vorrei fosse preso come esempio dagli altri malati come lui...
P.B.: Il Centro Umanistico di Fernando Ruscito è connesso anche con lo sport, spesso ti coinvolge anche in eventi sportivi, che legame c'è tra te e lo sport?
 DSC1946 2L.M.: C'è un legame indissolubile, intanto ho conosciuto Fernando in occasione di una partita del Cuore con la Nazionale Attori e da lì si sono connessi i nostri percorsi, poi prosegue il nostro cammino con eventi legati al Centro Sportivo Italiano e allo Sport... Del resto lo sport è funzionale a una buona condizione fisica per l'attore. Certo Gaber aveva un rapporto con lo sport che non andava al di là di quattro calci alla palla, ma a Teatro era agile, mobile, scattante, anzi il Teatro per lui è stato una cura. Era rimasto mezzo paralizzato a un braccio e a una gamba e gli diedero come cura quella di suonare la chitarra...
P.B.: Quindi il Teatro è terapeutico, una forma di cura?
L.M.: Assolutamente sì, il Teatro è terapeutico per chi lo fa – forse quelli come me hanno scelto proprio il Teatro come forma d'arte perché l'interpretazione delle svariate personalità che ci assegnano ci aiuta a conoscere noi stessi –, ma è anche catartico per lo spettatore che vi partecipa che si immedesima di volta in volta nel personaggio più simpatico, più interessante, più malvagio, più bello, più debole, ecc. a seconda del momento...
P.B.: Se Gaber ha usato il Teatro come cura, cosa è stato invece per il suo storico coautore, Sandro Luporini?
L.M.: Questo dovresti chiederlo a lui... naturalmente, io suppongo solo che l'incontro con Gaber lo abbia spinto a occuparsi di qualcosa che non aveva previsto, però, poi, tutta la sua pittura, le sue idee, condivise sempre con Gaber, le ha riversate lì...
Quindi in qualche modo anche per lui è stato una cura, ma soprattutto l'opportunità di esplorare l'importanza della relazione... Un matrimonio durato quarant'anni, quello suo e di Gaber, non so quanti di noi ci sono riusciti...
P.B.: Preferisci fare l'attore al cinema o occuparti di Gaber?
L.M.: Senza il minimo dubbio preferisco immergermi nel Teatro-Canzone. Non c'è tema politico, sociale, umano che Gaber e Luporini non abbiano sviscerato, anche se non per arrivare ad una conclusione. Non era del resto un loro obiettivo quello di dare ricette, loro volevano riflettere quasi filosoficamente sulla realtà, cercando obiettivamente le ragioni per metterla in dubbio...
P.B.: Cosa ti affascina di più di questo spettacolo che stai portando in scena?
L.M.: Il fatto che ogni volta che lo provo o che lo recito a Teatro, mi trasmette una realtà differente. Mi piace il fatto che metta in discussione ogni presunta verità e tenermelo sempre nel cuore è come se risvegliasse tutto quello che di addormentato c'è in me...
P.B.: Cosa hai in programma dopo lo spettacolo di Ciampino?
L.M.: Un grande Evento a Roma: il 29 maggio sarò al Teatro Italia grazie all'ospitalità del Dopolavoro Ferroviario di Roma per una raccolta fondi in favore degli alluvionati della Sardegna. La manifestazione è stata sponsorizzata dalla FASI (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia) e in particolare delle Associazioni dei Sardi di Roma, Ciampino, Ostia, oltre che dal Centro Sportivo Italiano e dal Centro Umanistico di Ciampino... Naturalmente porto in scena sempre il Teatro-Canzone, ormai me lo sono praticamente sposato, non solo perché mi piace e mi guarisce, ma perché ci sono dei monologhi e delle canzoni che sembrano scritti per me...
P.B.: Cosa farai da grande?
Io non voglio mai diventare grande, voglio continuare a vivere a stretto contatto con il mio bambino interiore, voglio giocare sul palcoscenico finché la condizione fisica e la memoria me lo renderanno possibile... e lo voglio ancora per molto tempo...
lug fra 6Lo spettacolo di Luca Martella è veramente avvincente perché ogni suo respiro è come se venisse dall'interno, come se gli provenisse da un luogo dell'anima e come se fosse, piuttosto che uno spettacolo, una sua personale missione. Lo spettacolo è un volo dal ritmo serrato che racconta quarant'anni di riflessioni espresse dalla genialità che nasceva dal connubio del genio di Gaber e di Luporini insieme. Gaber era colui che portava il messaggio in prima linea, Luporini agiva dietro le quinte, sempre schivo nei confronti della notorietà, lontano dai meccanismi della pubblicità e della fama. Non andava nemmeno a vedere i suoi spettacoli, salvo che non ci fosse qualche affinamento da fare, passava i suoi mesi estivi rinchiuso a riflettere nella casa di Montemagno insieme a Gaber e poi lasciava che il Signor G se la vedesse da solo con i capricci delle folle e le diavolerie dei giornali e dei Media...
Martella ne interpreta il pensiero, le emozioni, i dubbi, la poesia, la sottile ironia, la rabbia, la denuncia, la riflessione, la speranza, facendo danzare le parole di un tempo al ritmo dell'oggi...
Il programma della giornata sarà articolato nel modo seguente:
1. Nella mattinata dalle ore 10,00 alle ore 13,00 è prevista la presentazione del libro di Emanuele Lo Presti "Un Amico Indesiderato" con l'intervento delle scrittrici Anna Maria Vezio e Patrizia Boi sul "Potere delle fiabe".
2. Alle ore 20,30 lo spettacolo "Storie del Signor G... 10 anni dopo. E pensare che c'era il pensiero".
Interverranno allo spettacolo il Vice Sindaco Carlo Verini, l'Assessore alla Pubblica Istruzione, Affari Generali, Pari Opportunità, Pace e Solidarietà Anna Rita Fraioli, l'Assessore allo Sviluppo Economico, Attività Produttive, Occupazione, Statistico, Demografico, Cultura Emanuela Gentile, l'Assessore ai Servizi Sociali, Assistenza, Terzo Settore, Salute, Formazione Professionale, Patrimonio Casa, Multiculturalità e Politiche Giovanili Gabriella Sisti.
Seguirà come evento connesso alla giornata del Volterra, una partita di calcio amichevole – il giorno 13 aprile alle ore 18,00 – che si disputerà presso lo Stadio Superga di Ciampino, con le vecchie glorie del calcio locale e non solo, sia per festeggiare il 70° compleanno di Giancarlo Martella, membro della band, sia per ricordare Giancarlo come noto portiere che ha giocato in gioventù nelle giovanili della Roma.
Ultima modifica il Mercoledì, 12 Marzo 2014 16:54
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