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TOTTUS IN PARI - A ROMA, SPETTACOLO SUL TEATRO-CANZONE DI GABER – LUPORINI CON LUCA MARTELLA E LE ASSOCIAZIONE SARDE DI ROMA E OSTIA


di Patrizia Boi
Da una idea e dall’iniziativa della scrittrice Patrizia Boi socia e collaboratrice del GREMIO
Il Gremio dei Sardi di Roma, Il Circolo Quattro Mori di Ostia, l’Associazione Culturale Grazia Deledda di Ciampino unitamente a La FASI (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia) e alla Cooperativa Go in Sardinia Traghetti in collaborazione con il Dopolavoro Ferroviario di Roma, il Centro Sportivo Italiano Comitato Provinciale di Roma  e il Centro Umanistico di Solidarietà di Ciampino hanno organizzato e presentato un grande Evento Spettacolo di Solidarietà per la Sardegna con il Patrocinio del Comune di Roma,   dell’ANP (Associazione Nazionale Presidi) di Roma e del Lazio e del Rotary Distretto 2080. Luca Martella e la sua Band hanno portato in scena lo Spettacolo Storie del Signor G… 10 anni dopo. E pensare che c’era il pensiero per festeggiare il 70° Anniversario del Centro Sportivo Italiano con una raccolta fondi in favore dei cittadini colpiti nel novembre dello scorso anno dal disastroso evento alluvionale che ha seminato in Sardegna terrore, distruzione e morte. Il nuovo spettacolo dal vivo scritto, interpretato e diretto da Luca Martella, propone una rivisitazione dei brani più celebri del Teatro-Canzone selezionati dal vasto repertorio teatrale di Gaber-Luporini in un susseguirsi di monologhi e canzoni che spaziano da  Lo shampoo a Destra-Sinistra, da Mi  fa male il mondo a Io non mi sento Italiano, da Qualcuno era comunista a La razza in estinzione, da L’America La Libertà, ripercorrendo la storia del Signor G attraverso un arco di tempo che va dagli anni ’70 al 2000. Grazie alla somiglianza con il Grande Gaber e alla sua abilità di attore, Luca Martella interpreta la parabola gaberiana in un recital in due atti con la sensibilità dell’oggi, nell’intento di prendere atto della nuova realtà, affrontarla, deriderla, soffrirne e allo stesso tempo proporre una riflessione come utile strumento di consapevolezza per le nuove generazioni.  Oltre due ore di performance intensa e coinvolgente in un volo dal ritmo serrato che racconta quarant’anni di riflessioni nate dal connubio del genio di Gaber e di Luporini insieme. Gaber era quello che portava il messaggio in prima linea, Luporini agiva dietro le quinte, sempre schivo nei confronti della notorietà, lontano dai meccanismi della pubblicità e della fama. Non andava nemmeno a vedere i suoi spettacoli, salvo che non ci fosse qualche affinamento da fare, passava i suoi mesi estivi rinchiuso a riflettere nella casa di Montemagno insieme a Gaber e poi lasciava che il Signor G se la vedesse da solo con i capricci delle folle e le diavolerie dei giornali e dei Media. Martella ne interpreta il pensiero, le emozioni, i dubbi, la poesia, la sottile ironia, la rabbia, la denuncia, la riflessione, la speranza, facendo danzare le parole di un tempo al ritmo dell’oggi… L’Attore stesso spiega le motivazioni che lo hanno condotto ad occuparsi proprio del Signor G: Il Teatro-Canzone di Gaber-Luporini è sempre stato un punto di riferimento per me, già dai tempi dell’Accademia… e poi se guardate bene il mio profilo… c’è una certa somiglianza con Gaber… con questo naso al piede… che da sempre mi precede”. In realtà Luca Martella riconosce nella parabola gaberiana la sua stessa storia, con tutti i trionfi, le amarezze, le illusioni, le delusioni, le strade esplorate e quelle ancora da percorrere… Ma soprattutto l’attore si abbandona al personaggio del Signor G, a quell’“uomo senza qualità” in grado di dipingere con pennellate sottili lo spirito della sua epoca e della nostra epoca… Ci sono istanti in cui Martella assume il volto vero del Signor G, pure nella sua personale e unica interpretazione, con una straordinaria  mimica facciale, con un linguaggio del corpo che interpreta ogni minimo cambiamento di ritmo, di tema, di emozione: gioia, sofferenza, rassegnazione,  conflitto, delusione, dubbio… Martella è fluido, sincero, emozionante, fluente, esilarante e il tempo vola per la platea, i due Atti terminano in un istante e immediatamente dopo c’è il vuoto, una mancanza, il bisogno di ascoltare ancora un altro pezzo… il pubblico si sente come schiaffeggiato da un vortice, dall’impellenza di un’idea, di un pensiero, dal desiderio di superare la staticità di giorni mesi e anni che si susseguono tutti uguali…  Martella, ricucendo i testi del Teatro-Canzone di Gaber-Luporini alla sua personale esperienza, non si limita a toccare gli attuali disastri politici, economici e sociali del paese, ma dipinge il suo volto anche delle espressioni della tenerezza e dell’amore che caratterizzavano Gaber quando si occupava dell’annosa questione dell’Uomo e della Donna, della drammaticità della relazione e della difficoltà di trovare armonia ed equilibrio. L’interpretazione di “Falso contatto”, per esempio, lascia sempre la platea attonita: la persone di ogni età si divertono quando viene rappresentato il tema dell’impotenza, della paura del fallimento che coglie il maschio di fronte a un mondo femminile sempre più consapevole, ma nello stesso tempo accolgono questa fragilità come fosse una realtà universale e partecipano attivamente immedesimandosi anch’esse nella situazione e nel personaggio. In questa dicotomia dilaniante e straniante ma nel contempo corroborante, l’attore/regista rivolge il messaggio gaberiano ad un pubblico di ogni età; è però evidente la volontà di coinvolgere i giovani che sono preziosi serbatoi in cui ritrovare l’energia per rivitalizzare il Sogno e le ali del “gabbiano senza più neanche l’intenzione del volo perché ormai il sogno si è rattrappito”. Una passione viscerale per il jazz unisce Martella a Gaber, tanto che nel suo quintetto annovera musicisti d’eccezione come il Maestro Fabio di Cocco alle Tastiere, Massimiliano de Lucia alla Batteria, Andrea Colella al Contrabbasso, Matteo Martella al Sax, Giancarlo Martella alla Chitarra. È da notare come, interpretando il profetico spirito di Gaber-Luporini, Luca Martella regista abbia voluto unire sul palcoscenico tre generazioni: la sua come  voce del Poeta Vate, quella di suo padre Giancarlo alla Chitarra e quella di suo figlio Matteo al Sax. In una società ormai naufragata per la perdita dei valori fondamentali della vita, la dichiarazione dello stesso Martella  - Ho voluto coinvolgere la mia famiglia per dare allo spettacolo il senso di un ciclo compiuto, ma anche per ringraziane i miei cari di essermi sempre stati vicini  nel mio difficile percorso -, invita a riflettere anche sui valori perduti. Durante lo spettacolo, il  fraseggio con i musicisti, come per un affiatamento antico, accorda pause ai monologhi incalzanti e nello stesso tempo cortocircuita il pubblico con un movimento che concede spazi angusti alla distrazione. È evidente l’intento di concatenare il palcoscenico alla vita reale, il copione teatrale al copione di vita, come se l’uno fosse da stimolo all’altro consentendo un’esplorazione utile a portare consapevolezza e guarigione. Luca Martella è attore professionista di teatro, cinema e televisione, ma nonostante le sue ottime interpretazioni di Lorca, Beckett, Pirandello, diventa coinvolgente e catartico soprattutto nelle sue rappresentazioni del Signor G. Oggi ci piacerebbe sapere come la coppia Gaber- Luporini avrebbe analizzato l’attuale situazione di crisi del paese, quali accadimenti l’avrebbe più coinvolta, quali angosce l’avrebbe pervasa, quali speranze avrebbe ancora potuto riporre sul  futuro…  La genialità dei due amici – uniti in un matrimonio spirituale durato 40 anni – la loro sottile sensibilità, la tendenza a farsi coinvolgere nelle questioni della vita pubblica e privata – che Martella incarna in modo eccellente – avevano loro già permesso di traguardare oltre, di prevedere cosa sarebbe accaduto come solo i poeti e gli intellettuali sanno fare. È  compito degli intellettuali, infatti, quello di esplorare dubbi e malumori, di compiere viaggi emotivi capaci di aprire la mente a ogni cambiamento, movimento e trasformazione… o come dice un famoso testo  del Teatro-Canzone  stesso “di cambiare veramente la vita”…La scelta dei brani, il discorso delle luci, l’ordine, i tempi, i musicisti, il figlio Matteo e il padre Giancarlo… Padre e figlio, figlio e padre… Quale delle due generazioni ha perso? Hanno perso tutte? O non ha vinto nessuna? Cosa sogna oggi il giovane Matteo? Un lavoro, una famiglia, un ideale, la Libertà…? O desidera volare via da quest’Italia senza più “intenzione” di un Futuro? Dov’è finito il gabbiano con le ali ormai rattrappite, si è trasformato in farfalla o è diventato un pesante e pachidermico insetto abbarbicato alla putrefazione delle sue radici in un sistema “in via di estinzione” ? Come potrebbe il Signor G risvegliare la folla addormentata degli italiani con parole più intense e poetiche di quelle che ha già usato? E lo ha capito Luca Martella che ogni volta che pronuncia quelle parole accende nuovi bagliori, avvia nuove letture, ignoti brillii agli occhi di quelli che lo ascoltano trasportandoli nel vivo della tenzone, del monologo, della canzone! Martella si fa portavoce, voce, palpito, battito d’ala, si fa canzone, urlo, dolore, ci fa ridere, ci fa commuovere, ci prende per mano, ci porta, ci trasporta da un tono all’altro, c’infiamma… trasmettendoci le sue convinzioni e quelle del Signor G…
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In attesa del Signor G

Il 29 Maggio 2014 Luca Martella al Teatro Italia, Roma

Giorgio Gaber e Sergio Luporini
L’attesa… gran brutta cosa l’attesa… fuori, nella sala di un ospedale, l’attesa per un qualcosa di bello o di brutto… nella stanza di una scuola, in attesa di un esame… in un teatro, di un attore, che spia da dietro le quinte, in attesa che la sala si riempia e che lo spettacolo inizi…
Così si sentono tutti gli attori prima di una rappresentazione e così sarà per Luca Martella quando il 29 maggio, al Teatro Italia, si esibirà nello spettacolo di cui è anche regista Storie del Signor G… 10 anni dopo. E pensare che c’era il pensiero, spettacolo nel quale sta infondendo tanta energia e per il quale si sta preparando con grande concentrazione. E sì, perché l’impresa è ardua, non è facile interpretare Giorgio Gaber, anzi, il Teatro-Canzone di Giorgio Gaber e Sandro Luporini. E presenti in sala ci saranno rappresentanti della Fondazione Gaber e dell’Adac di Modena, il cui Presidente Adriano Primo Baldi è anche manager e amico dell’eclettico artista Luporini.
Chi ha avuto la fortuna di vedere l’anteprima lo scorso mese di aprile all’Auditorium del Liceo Volterra di Ciampino, può rendersi conto di quanto Luca Martella si immerga in Gaber, mantenendo però sempre se stesso con canzoni, monologhi, brani tratti da una lunga carriera artistica, e si arriva a un punto tale che non si sa più distinguere un artista dall’altro, cioè dove finisce Gaber e comincia Martella. Merito forse dell’incredibile somiglianza con il personaggio scomparso prematuramente più di dieci anni fa, dell’amore di entrambi per il jazz, della passione per la canzone e il teatro in tutte le sue forme, con la voglia di dare, come era solito fare Gaber, il massimo e dialogare con il pubblico e in particolare con i giovani.
I giovani… un tema ricorrente sia in Giorgio Gaber sia in Luca Martella, i giovani da coinvolgere sui temi politici e sociali, sempre alla ricerca del perché su come va la vita, con i problemi da affrontare, le decisioni da prendere, le difficoltà della quotidianità, ieri come oggi… ecco, qui si sostanzia il messaggio di Martella rendendo attuale il Teatro-Canzone: come Gaber, riporta le perplessità che ci assalgono tutti i giorni, le stesse che i giovani si trovavano ad affrontare in quel delicato periodo degli anni 70/80, e quanto Gaber fece per assecondare quel cambiamento storico, politico, sociale che c’era nell’aria ma che poi non avvenne mai, delusione cocente che portò Gaber (e il suo storico amico Luporini) ad allontanarsi dalla speranza di un mondo migliore.
E oggi Luca Martella prova forse a fare lo stesso coi giovani, sostenendoli nel difficile cammino che li aspetta nella società in cui viviamo, anch’essa piena di incertezze e dubbi, attraverso i suoi appassionati monologhi, le sue perplessità, le canzoni interpretate abbandonando tutto il corpo a una mimica nuova che più che dare loro un’idea della direzione da prendere li rassicura sul fatto che nessuno in realtà sa cosa fare, dove andare e come creare un reale cambiamento…
E con questa grande voglia, Martella ci trasporta con il suo essere Gaber, anzi il Signor G, in due ore di musica e teatro, tra le note della famosa Torpedo Blu (chi non l’ha mai canticchiata magari sotto la doccia?) e poi Lo Shampoo o La LibertàIo non sono italiano e Io mi chiamo G… e c’è la Band, composta da cinque musicisti d’eccezione (Fabio di Cocco alle tastiere, Max De Lucia alla batteria, Andrea Colella al contrabbasso, Matteo Martella al sax e Giancarlo Martella alla chitarra) che spezzano ogni tanto l’incantesimo – ma in senso positivo – proponendo brani di colonne sonore di cult movie tipo la Love’s Theme di Blade Runner o Un uomo, una donna…
E allora ci abbandoniamo alla magia di uno spettacolo in cui la bravura di un artista, se dapprima si confonde con la mimica e l’atteggiamento di qualcuno che può sembrare voglia imitare, poi si libera piano piano dal personaggio per ritornare ad essere se stesso, con quel suo Signor G che alla fine di Gaber ha tutto e niente “e che non assomiglia a nessuno e forse neanche a se stesso…”
Teatro Italia
Via Bari 18
Roma 00161 Italia
Tel: 06 44 23 92 86
www.teatroitalia.info

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Luca Martella alias il Signor G

Una riflessione sui temi della vita

Un attore, un regista, un cantante: Luca Martella, che da anni solca le scene di cinema e teatro, e la sua ultima riuscita prova teatrale, Storie del Signor G… 10 anni dopo. E pensare che c’era il pensiero, in cui ripropone il Teatro-Canzone reso famoso dal duo Giorgio Gaber-Sandro Luporini.
Forte della sua grande somiglianza con l’artista scomparso prematuramente 10 anni fa, ha voluto ripresentare al pubblico alcune delle canzoni e degli sketch con cui Gaber e Luporini rappresentarono l’Italia dagli anni '70 e oltre, due personaggi diversi tra loro ma che riuscirono a parlare al pubblico che li ascoltava, Gaber dal palco e Luporini dalle quinte, sollecitando quell’interesse nascosto che solo i grandi intellettuali sanno fare. Dopo l’anteprima dello spettacolo avvenuta lo scorso aprile all’Auditorium di Ciampino, abbiamo voluto scambiare due chiacchiere con Luca Martella, anche per farci raccontare di lui e del “suo” Teatro-Canzone.
L’Auditorium di Ciampino, da cui è partita questa tua nuova tournée sul Teatro-Canzone di Gaber-Luporini, negli anni passati ha ospitato un importante Festival del Jazz: che significato ha avuto esibirti su questo palco?
Come Giorgio Gaber, io ho sempre amato il jazz, tanto che ho costruito questo spettacolo con il preciso obiettivo di legare gli intensi monologhi scritti da Sandro Luporini e Gaber attraverso la musica. Non essendo possibile tenere impegnati gli spettatori con tre ore di soli monologhi, ho pensato di intervallare i brani recitati con le canzoni – come faceva Gaber del resto – e di usare il filo conduttore della musica per sottolineare anche i passaggi recitati, i cambi di tono, di ritmo, di argomento. Mi sono divertito a fare questa ricerca musicale e mi sono fatto aiutare per gli arrangiamenti dal Maestro Fabio Di Cocco. Del resto, il jazz è il mio vecchio amore e, addirittura, a mio figlio ho fatto sentire tanta di quella musica che quando a otto anni mi ha chiesto di imparare a suonare il sax sono corso a comprarglielo e ho facilitato in tutti i modi questa sua volontà… e ora anche lui fa parte della Band! L’Auditorium di Ciampino per me è il Paradiso Terrestre, senza contare che ho studiato per cinque anni in questa scuola e non puoi immaginare quanta emozione ho provato a tornarci dopo tanti anni e in questa nuova veste…
Come hai selezionato i brani di questo spettacolo, quale filo conduttore ti ha sostenuto?
Il Teatro-Canzone è talmente ricco che per me ogni volta è un vero problema scegliere quali pezzi inserire nello spettacolo e rientrare nei tempi previsti: ogni volta metto e tolgo dei pezzi, cucio e ricucio cercando di cogliere l’essenziale di quello che hanno creato il genio musicale di Gaber e il genio intellettuale di Luporini. Cerco di concentrarmi sui pezzi politici che hanno fatto epoca e inserisco qua e là qualche brano sull’amore, sulla relazione, sull’uomo e la donna... le canzoni tendono a spezzare il ritmo dei monologhi, e spazio da quelle più orecchiabili e quelle più divertenti e intense. Quando alla fine dello spettacolo vedo la gente che esce dal teatro contenta e divertita mi sento abbastanza soddisfatto: io non sono un cantante, ma un attore professionista, e mi calzo addosso tutto ciò che è più interessante da recitare o interpretare… del resto anche Gaber a un certo punto ha messo in secondo piano la canzone per immergersi nel Teatro.
Nell’interpretazione dei tuoi brani, quando ti coinvolge la personalità di Gaber?
Quasi ininterrottamente, nel senso che ho sempre presente la sua mimica facciale, l’entusiasmo e il coinvolgimento che lo caratterizzavano, quella sottile ironia e la capacità di rappresentarla con le pieghe della fronte, con lo sguardo, con le smorfie della bocca… Poi la dolcezza della sua voce e l’emozione di cui era sempre carica sono il mio timone…
Durante lo spettacolo ci sono dei momenti in cui ti influenza la figura di Luporini?
Certamente, molte volte: quando parlo del gabbiano in Qualcuno era comunista, perché il gabbiano è una fissazione che lui ha spesso nei suoi dipinti. Per lo spettacolo che farò il prossimo 29 maggio al Teatro Italia ho pensato a una semplice scenografia che proietta l’immagine dei suoi quadri (su gentile concessione dell’Associazione ADAC di Modena-n.d.a.): il gabbiano, l’uomo di spalle, la nave, il mare, sono temi che aveva già affrontato nella sua Metafisica del quotidiano e che poi ha portato dentro al Teatro-Canzone. Poi ho presente Luporini quando canto Lo Shampoo, da quando ho letto nel suo libro come è nata la canzone, ma soprattutto da quando Adriano Primo Baldi, suo gallerista e storico amico, mi ha raccontato che quella canzone ne rappresenta in pieno la sua indolenza…
Come mai un uomo così indolente come Luporini ha avuto tanta parte nel Teatro-Canzone?
Gli indolenti sono quelli che danno spazio al loro ozio creativo e finiscono con l’avere delle trovate geniali... Gaber non era certo indolente anzi, era sempre impegnato a creare – insieme a Luporini – o a portare in scena lo spettacolo, curando scrupolosamente e quasi in maniera maniacale ogni dettaglio… E Luporini è stato geniale nello scrivere i testi proprio in quel modo… naturalmente poi Gaber ci ha fatto i ricamini calzandoli a pennello a se stesso…
Il naso è un aspetto della tua sembianza che ti accomuna a Gaber: come influenza la tua performance?
Il naso è sempre stato il particolare che ha caratterizzato il mio viso da attore, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, in maniera positiva… e anche che ha reso interessante e divertente la faccia di Gaber… ma è anche la caratteristica su cui fissa l’attenzione Collodi in Pinocchio. A Pinocchio cresce il naso quando si allontana dalla strada maestra per andare all’avventura seguendo il suo istinto. Se ci pensate bene, il naso e l’orecchio rappresentano i sensi che seguono maggiormente l’istinto, quindi la parte più animale e selvaggia di noi. E la maschera di Pulcinella ha anch’essa un bel nasone…
In questo spettacolo hai introdotto il brano: La Razza in estinzione, tratto dall’album La mia generazione ha perso: cosa ha rappresentato questo album per il Signor G?
Fu certo l’album più amaro del Signor G che aprì un dibattito nella sinistra post sessantottina, forse esagerato nel suo generalizzare e dunque distorcere il vero messaggio. «Giorgio e io volevamo dire che quel grande cambiamento che tutti noi avevamo sperato con il Sessantotto non si era verificato completamente – spiega Luporini – e le nostre battaglie non erano state accolte dalle nuove generazioni come speravamo»: l’intenzione di Gaber e Luporini non era di criticare una generazione perdente, voleva essere solo l'amara constatazione di un cammino ancora lungo da percorrere. Del resto, anche io, seppure nato nel Sessantotto, non mi voglio considerare un perdente…
Ho visto che in queste Storie del Signor G c’è anche Il Suicidio: come pensi si suiciderebbe Luporini?
Non credo che potrebbe mai avere intenzione di farlo, ma, se proprio fosse costretto, prima si riposerebbe un po’…
E Giorgio Gaber, se fosse ancora vivo, come si suiciderebbe?
Prima farebbe lo spettacolo, poi se avesse ancora tempo, potrebbe suicidarsi sul palcoscenico a furia di bis…
Oltre ai temi politici, il Teatro-Canzone esplora temi di cui la gente non parla volentieri, come la masturbazione e l’impotenza: come reagisce la gente quando porti in scena questi temi?
Forse sono i momenti in cui si diverte di più, perché spesso non si parla di masturbazione e impotenza per paura o per vergogna… Ma quando qualcuno ha il coraggio di farlo, in modo così delicato, come hanno saputo fare Gaber e Luporini, sul palcoscenico, mettendo a nudo la debolezza umana, il pubblico se ne sente coinvolto e si può concedere di abbandonarsi al riso, sdrammatizzando la realtà… L’ironia è un’ottima cura per affrontare le paure e sciogliere i nodi irrisolti: altrimenti perché mi ci immergo così intensamente? C’è chi si cura dallo psicanalista e chi si mette a nudo a teatro…
Allora ad esempio ti metti a nudo quando reciti Il falso contatto? Lì si parla di relazione: poni l’accento sul disincanto o lasci uno spiraglio alla speranza nell’amore?
Io credo che il Teatro-Canzone sia una riflessione sul tema dell’uomo e della donna che tiene conto della realtà quotidiana che spesso conduce la coppia alla noia, all’abitudine e alla mancanza di desiderio. Eppure c’è sempre un’apertura alla speranza, al sogno, all’appagamento… Infatti io recito: «E vedremo come va a finire, c’è una fine per tutto e non è detto che sia sempre la morte…». C’è di continuo lo spazio per dubitare, Gaber è rimasto sempre con la stessa donna, Luporini si è sposato tante volte, costantemente convinto che fosse la volta buona, io forse sono più come Luporini e, nonostante la storia passata mi suggerisca di stare in guardia, finisco per crederci ancora… «E non so se mi conviene…».
Come nell’Illogica Allegria… a chi dedicheresti questa splendida canzone?
A tutti coloro che non hanno paura di vivere sebbene la vita sia un duro banco di prova per tutti, a quelli che sono rimasti delusi, ma vogliono comunque continuare a sognare, a quelli che hanno fallito ma da questo fallimento hanno imparato qualcosa, a quelli che non si stupiscono quando sono colti da Illogica Allegria…
… in sostanza a quelli che non hanno paura di sbagliare o se hanno paura comunque corrono il rischio di sbagliare?
Certo! La Paura è spesso una condizione mentale che non ci consente di crescere e di affrontare la vita. Quel monologo mi piace molto, amo l’ironia ma anche il pathos che Gaber pone in questa interpretazione… mi fa pensare poi a tutti quei telegiornali o notizie della stampa dove il diverso, l’extracomunitario, il ladro, l’assassino, sono utilizzati come spauracchio per le folle. Un tempo, ai tempi di Gaber, c’era la strategia della tensione, la paura della strage, ora c’è la strategia della paura, dell’instabilità dell’uomo di fronte a un’altra persona…
Di chi o di cosa dobbiamo avere paura secondo te?
Te lo dico con le parole di Gaber e Luporini: ho paura del «… grande e libero mercato delle facce… facce, facce, facce che lasciano intendere di sapere tutto e non dicono niente. Facce che non sanno niente e dicono… di tutto! Facce suadenti e cordiali, col sorriso di plastica...», insomma, per dirla tutta: “Mi fa male il mondo”…
Ti ho sentito recitare questo monologo e sembrano parole scritte da te: è perché ti rappresenta magari più di tanti altri brani?
Non solo questo brano, ma anche altri, seppur in modo differente, mi appartengono. Quando interpreto Mi fa male il mondo ho la facoltà di dire, attraverso le parole del testo scritto da Gaber e Luporini, tutto quello che vorrei dire ai politici italiani, ci metto tutta la mia passione e anche la rabbia, e so che così esprimo lo stato d’animo di molta gente… Ci sono dei monologhi che reputo siano i miei cavalli di battaglia. Quando interpreto per esempioL’equazione, vado a scavare in una parte più profonda di me sia riguardo alle relazioni sia a tanti altri aspetti della mia vita: questo mi consente di mettere in discussione il passato per reinterpretare il presente… E credo che faccia lo stesso effetto alla gente che ascolta…
Ne L’equazione entrano in gioco i sentimenti e “la vernice indelebile con cui li abbiamo dipinti”: secondo te, perché si fallisce sempre?
Forse noi abbiamo bisogno dei fallimenti per capire i nostri errori e operare trasformazioni che ci consentano di crescere. Se ci pensi non esistono ricette: e questo è il primo messaggio del Teatro-Canzone. In realtà Gaber e Luporini si sono posti un sacco di domande, hanno fatto delle critiche: il loro obiettivo non era quello di chiarire gli irrisolvibili problemi politici e sociali del nostro Paese o dell’uomo e della donna, ma semplicemente prenderne atto…
Norberto Bobbio ha scritto un interessante libretto intitolato Destra e Sinistra, simile alla canzone di Gaber-Luporini: cosa si muove dentro di te quando canti questa canzone?
Io sono molto arrabbiato con la sinistra che in questo alternarsi di governi si comporta in modo molto simile alla destra. Lo stesso Renzi è diventato Presidente del Consiglio con il beneplacito del Presidente della Repubblica con un’operazione non proprio ortodossa… Possiamo ancora parlare di alternanza democratica?
Il Teatro-Canzone oggi è legato all’autore vivente Sandro Luporini: ho saputo che sei coinvolto in un interessante progetto, ci anticipi qualcosa?
Si tratta di un evento sulla figura di Sandro Luporini per il 2015, ci sta lavorando il mio ufficio stampa con l’ADAC-Associazione Diffusione Arte e Cultura di Modena che gestisce in esclusiva l’attività di Luporini, ma per i dettagli – e anche per scaramanzia! – è meglio aspettare gli sviluppi del progetto…
Ultimamente è nata anche una collaborazione con il Centro Sportivo Italiano; come è legato lo sport con il teatro?
Il teatro è una specie di palestra di vita: mio padre, mio figlio e io siamo degli sportivi, abbiamo fatto sport a livello agonistico. Io ho fatto sia nuoto, sia tennis, sia sci. Luporini, poi, ha giocato a pallacanestro in serie A. Il teatro è movimento sia fisico sia mentale, la prima cosa che faccio quando si avvicina una data è di intensificare la corsa, il nuoto e stavolta anche lo sci, mi serve per fare il fiato che mi possa sostenere sul palcoscenico per più di due ore…
Qual è l’opera del teatro di Gaber-Luporini che desideri rappresentare in un prossimo futuro?
Io amo molto il Teatro-Canzone e, vista la quantità di brani che lo caratterizzano, vorrei fare ancora molti pezzi e molti spettacoli differenti, ma il mio sogno nel cassetto è un giorno di poter rappresentare Il grigio. Credo che il pubblico di oggi non sia ancora pronto per quest’opera, ma forse anche io ancora non sono convinto… Prima o poi, però, sono certo che lo sarò…
È vero, due grandi artisti come Giorgio Gaber e Sandro Luporini hanno lasciato in eredità brani magari ancora poco conosciuti ma sicuramente talmente coinvolgenti da stimolare la vena artistica di ogni grande attore o cantante che abbia voglia di mettersi in discussione… e Luca Martella è certamente uno di questi, avendo le capacità e le possibilità di poter oggi far rivivere quei momenti di intensa carica emotiva che erano tipici degli spettacoli del Teatro-Canzone.
http://wsimag.com/it/cultura/5951-il-copione-secondo-luca-martella

Il copione secondo Luca Martella

Una stretta analogia tra realtà e rappresentazione.

Photo by Giambalvo & Napolitano
Se ho interpretato bene la mia parte, battete tutti le mani e, dal palcoscenico, licenziatemi con un applauso, recita Augusto prima di morire (Svetonio, Vita dei Cesari II, Augusto, 99).
Quello che declamava Augusto era il copione unico e irripetibile della sua vita, non una sceneggiatura qualunque. Se si pensa, inoltre, che, secondo i toltechi, ognuno vive nel suo personale sogno influenzato dall’ambiente familiare, sociale e dal contesto storico in cui si trova, possiamo immaginare che la vita di ognuno di noi si svolga sul palcoscenico della realtà e la sua sceneggiatura sia interamente scritta nel personale destino di ciascuno. Cosa fa dunque l’artista che crea una sceneggiatura se non dare una sua fantasiosa lettura degli accadimenti? E non è egli fortunato, visto che esplora altre possibilità oltre a quella che gli è consentito di vivere? E l’attore che interpreta il copione non è anch’egli chiamato ad approfondire personalità consce o inconsce attraverso cui mettersi profondamente in gioco? Cerchiamo di comprenderlo meglio attraverso l’intervista all’attore Luca Martella.
Quando ti viene proposta una parte – immagino attraverso un provino – come ti prepari per entrare nei panni del personaggio?
Dopo aver letto la sceneggiatura, cerco di documentarmi sul personaggio: se è vissuto realmente posso attingere a fonti reali che mi aiutano a entrare in contatto empatico con la sua personalità, con le sue manie, con la sua essenza; se, invece, si tratta di un personaggio nato dalla fantasia del suo creatore, sia esso lo sceneggiatore o l’autore dell’idea, devo fare lo sforzo di immaginarmelo, e questo è uno stimolo per me stesso perché mi costringe ad attingere le risorse per interpretarlo dalla mia stessa esperienza personale, dalle mie emozioni, dai miei traumi, dalle mie paure, dalle mie più profonde convinzioni, o dai miei più annosi dubbi…

Come influisce il tuo aspetto fisico per l’assegnazione della parte? Quali cambiamenti sono necessari?
Un tempo la fisiognomica dell’attore era fondamentale per la scelta del personaggio da interpretare. Mi ricordo che mio nonno, e poi mio padre, che possedevano un cinema, mi dicevano sempre che i personaggi dovevano avere “facce”, caratteristiche che raccontavano qualcosa. Oggi conta il fattore bellezza così come espresso dai canoni della pubblicità che spesso porta l’attore ad essere fuori ruolo. Io sono vicino ai canoni del cinema classico, per fare del cinema sono convinto che devi possedere la faccia giusta, per interpretare un ruolo, dovresti essere dotato di quel preciso aspetto, che non sempre converge con un canone di bellezza condiviso, ma che incarna il personaggio da interpretare. Le modifiche che si mettono in atto – farsi crescere la barba, i baffi, cambiare taglio di capelli – fanno parte del gioco…

Una volta che ti hanno assegnato la parte, come interagisci con il copione?La passione per questo mestiere arriva a tal punto che il copione per me diventa una sorta di compagna di vita… Mi spiego meglio: se esco in macchina, il copione deve essere nel sedile accanto a me, se viaggio in treno, lui mi segue dentro lo zainetto che mi porto sempre dietro, se vado a dormire lo metto accanto a me e gli do il bacio della buonanotte… Insomma, una volta che mi viene assegnata una parte, il copione lo devo vedere ovunque, devo aver cioè presente la mia parte in qualunque situazione mi possa capitare, insomma ci vivo in simbiosi, e lei, la sceneggiatura/copione del momento, diventa la mia amante…

Preferisci interpretare un ruolo vicino al tuo modo di essere o una parte dove ricercare dentro di te una personalità più nascosta?
Preferisco senza dubbio interpretare un personaggio che non appartiene alle mie corde, così ho l’occasione di mettermi in discussione, di esplorare qualcosa di nuovo… se interpreto sempre lo stesso copione, lo conosco bene, lo padroneggio, ma magari non riesco a coglierne tutte le sfumature, proprio come fa una goccia dentro al suo mare… Invece sono molto stimolato dalla ricerca dentro di me di quella personalità che credo mi sia lontana… Mi accorgo paradossalmente, non so per quale perversa ragione, che, andando a scoprire a fondo il personaggio, alla fine lo trovo più vicino, simpaticamente posso scoprire parecchie cose del mio modo di pensare, di agire, insomma quella parte mi consente l’esplorazione, il viaggio verso verità che non erano ancora emerse…

Come influisce sulla tua quotidianità lo studio di un copione?
“Purtroppo o per fortuna” influisce notevolmente. Se devo, per esempio, prepararmi a interpretare un personaggio un po’ violento, allora nella vita di tutti i giorni esaspero certi miei atteggiamenti e forse in quel momento vive più il personaggio che Luca. Per me è un piacere, per chi mi sta vicino può essere meno divertente… Del resto se devo interpretare, invece, un personaggio romantico, posso essere ancora più romantico, quindi, chi vive accanto a me può godere di questa nuova luce… Poi, quando sono alle prese con un nuovo personaggio, mi capita di isolarmi, di voler stare con il personaggio e quindi finisco con il confrontarmi e relazionarmi in quel modo… Può sembrare un assurdo, ma ognuno di noi, in questo lavoro di attore, si porta un po’ fuori dal palcoscenico il personaggio per un periodo più o meno lungo…

Ti è capitato di avere un passato in comune con il personaggio da interpretare?Alla fine capita più spesso di quanto uno possa immaginare. Mi è capitato di interpretare personaggi con le mie stesse difficoltà esistenziali, con gli stessi conflitti, le stesse fobie, gli stessi dubbi, ma anche con gli stessi interessi. Mi ricordo come, nel film di Eugenio Cappuccio Uno su Due con Fabio Volo, ho dovuto avere a che fare con la stessa malattia. Nel 2004 ero stato operato per un brutto tumore alla tiroide, insomma, una di quelle malattie da cui non sai se esci vivo. È stato un periodo difficile, pieno di paura, ma anche di una grande forza. A un certo punto mi sono imposto di essere un guerriero che decide di combattere col male, ho pensato che dovevo farcela, per me stesso, per i miei figli, per la mia famiglia... Ero appena uscito dalla fase critica della malattia e lo raccontavo con coinvolgimento a un amico durante una cena. A fianco a me c’era Eugenio Cappuccio, io nemmeno lo conoscevo, ma lui mi prese da una parte e volle sapere tutto. Mi ascoltò visibilmente emozionato e dopo pochi giorni mi propose il ruolo dell’istruttore di parapendio. Fabio Volo interpretava la parte del malato e io gli insegnavo la magia del volo non solo in senso fisico, ma anche metafisico. Lo aiutavo a volare verso l’alto, verso l’altro e soprattutto dentro se stesso… è stata davvero un’esperienza straordinaria sia perché ho dovuto riaffrontare, come guida spirituale, il viaggio emotivo verso la guarigione, sia per la passione e amore con cui è stato gestito il set, proprio come me lo ero sempre sognato…

Preferisci interpretare la tua parte in teatro, in televisione o al cinema? Perché?Preferisco il teatro perché sicuramente mi concede maggiore libertà e preferisco il cinema perché ho la possibilità di rivedermi, cosa che non succede a teatro. Questo è il dramma dell’attore in teatro… Infatti, a teatro, si sprigiona una potente energia dallo scambio con il pubblico… sul palcoscenico la senti e ti ricarica. Tu puoi anche riprendere la scena, non potrai però mai percepire questo scambio e non potrai mai immortalare l’emozione che vive l’attore in quel momento. Poi a teatro c’è un livello di attenzione che sicuramente è superiore. Riesco ad entrare maggiormente in ascolto con me stesso, c’è un silenzio emozionante, anche se poi non posso rivedermi. Credo che però ogni attore, così come capita a me, riesca anche a vedersi dal di fuori, attraverso lo sdoppiamento che è in grado di attuare sul palcoscenico… io divento la guida di me stesso, c’è un altro me che mi guarda dal di fuori e mi suggerisce lo spettacolo, come in uno specchio… Comunque anche il cinema mi piace molto e la macchina da presa ha il suo fascino…

Quale esperienza televisiva ti ha segnato maggiormente?
Sicuramente il personaggio che mi è rimasto più dentro e che mi ha dato più notorietà è stato quello del gangster irlandese che interpretai nel 2005 nella fiction Orgoglio. Intanto era una fiction in costume ambientata a fine ottocento e il costume già parla per te… in secondo luogo, chi è che non ha mai sognato di fare il cattivo? Di ammazzare qualcuno? Del resto è nell’immaginario collettivo… tant’è che la Fiction ha avuto un indice di ascolto con punte fino a 14 milioni di telespettatori. Siccome il pubblico si immedesima nel personaggio e nella storia, mi è capitato che la gente per strada mi fermasse e mi scambiasse realmente per quel gangster. Qualcuno mi diceva delle parolacce, a volte mi offendevano perché erano arrabbiati per il massacro che avevo fatto sullo schermo, non comprendendo più il limite tra la realtà e la finzione... Ma del resto tutti i grandi attori – Al Pacino, De Niro, e il nostro Remo Girone, ecc. – sono passati almeno una volta per il ruolo del cattivo…

Quale film ti ha mostrato una faccia inaspettata di te stesso? È stato per via del copione? Per le persone che hai incontrato? O per il luogo dove è stata girata la pellicola?Sono un po’ innamorato di tutti personaggi che io interpreto con la stessa professionalità e passione, perché in ogni personaggio ho trovato o scoperto qualcosa che mi apparteneva, certi lati del mio carattere, certi miei comportamenti… ma, quando mi sono trovato a recitare con dei grandi attori, quell’esperienza mi ha cambiato. Nel 2003 ho avuto la fortuna di incontrare Nino Manfredi sul set di La notte di Pasquino, di Luigi Magni e lavorare con un mostro sacro come Manfredi mi ha consentito di entrare più facilmente in empatia col mio personaggio e poi è stata una vera scuola, quando vedevo recitare lui, con quella sua gestualità, quella sua mimica… mi si è aperto un mondo e ho amato anche di più il mio personaggio, la mia piccola luce diventava ancora più luminosa avendo davanti il faro Manfredi. Mi sono poi addirittura stupito e impressionato quando, nel 2005 nella fiction Psyco - Delitti per gioco di Davide Mazzoli, ho interpretato la parte di un criminologo insieme a Remo Girone, quel Tano Cariddi de La Piovra che avevo conosciuto e apprezzato tantissimo quasi trent’anni prima. Trovarmelo davanti in tutto il suo spessore, mi ha consentito di dare il meglio di me stesso. È stato faticoso imparare tutto a memoria, ma facendomi guidare da quella sua faccia che parlava anche senza parlare, la mia interpretazione è stata una delle migliori della mia carriera…
Se io fossi un’attrice mi piacerebbe interpretare il copione a modo mio, vale a dire apportare delle piccole modifiche alle battute imposte dal copione. Ma io non sono un’attrice. A te che sei un attore capita di discostarti un poco dal copione per cucirtelo meglio addosso?Non è così semplice, difficilmente ti puoi discostare dal copione. Devi imparare quello che gli sceneggiatori hanno scritto per te, per il personaggio. Poi, magari, qualche modifica è concessa sempre dopo aver parlato con il regista, l’ultima parola spetta sempre a lui. Quello che posso dirti è che, ogni volta che interpretiamo un personaggio, affrontiamo un viaggio, raccontiamo una storia e quello che io posso fare è che la storia sia il più possibile emozionante e avvincente. Il racconto diventa mio, perché quelle parole del personaggio, sono parole vuote se io non do un senso mio, ogni attore nella sua testa compie il suo personale viaggio prestando le sue emozioni al personaggio, sarà sempre quella storia, pronuncerai quelle esatte parole, ma riempirai il tuo racconto con le emozioni che troverai dentro di te, con il tuo viaggio, con la tua storia…

Quanto ti impegna la comunicazione non verbale nelle tue interpretazioni?Direi che è basilare. Io ho studiato al Teatro dè Cocci – ci tengo a dirlo perché da quella scuola sono usciti tanti grandi attori – e una delle prime cose che mi hanno insegnato è che il bravo attore si vede proprio nei piani di ascolto, quando cioè non recita verbalmente, in un dialogo in cui non è lui a parlare, l’altro parla e lui è in fase di ascolto. Non è che posso recepire in maniera passiva le parole del mio collega, in qualche modo devo saperle vivere. Nella seconda puntata di Un caso di coscienza 5, Una promessa mantenuta con Sebastiano Somma trasmessa da poco su Rai1, dove ho interpretato il ruolo di un secondino imputato in un caso di omicidio, ho dovuto vivere tutte le fasi del processo quasi senza parlare mentre ascoltavo tutti i capi d’imputazione o il verdetto di condanna. In questo caso è stata essenziale la mia reazione non verbale. I piani d’ascolto, quindi, sono stati fondamentali. È chiaro che deve essere bravo il regista – in questo caso Luigi Perelli – a saper cogliere questi momenti nello sguardo dell’attore. A differenza del teatro, dove anche il corpo, la gestualità giocano un ruolo fondamentale, davanti alla macchina da presa l’attore dev’essere bravo a raccontare con gli occhi e il regista deve saper cogliere questo racconto in quello sguardo…

Oltre che rappresentare un copione da attore, ti è capitato di rappresentarlo come regista?
Sì, quando faccio il regista e l’attore dei miei spettacoli o quando metto in scena uno spettacolo con gli allievi dei miei laboratori teatrali: in questi casi in qualche modo li guido ma mi lascio anche guidare. La cosa che mi piace dei giovani è che paradossalmente sono loro che mi insegnano forse più di quello che io insegno loro, hanno la capacità di farmi comprendere cose che avevo dimenticato. Perché il teatro non è altro che un gioco, anche se un gioco serio, con le sue regole, e quest’aspetto, quando diventiamo adulti, tendiamo a dimenticarcelo. Tant’è che per gli inglesi recitare è to play

Quanto conta la scenografia all’interno di una sceneggiatura al cinema? E a teatro? 
La scenografia è come l’abito del personaggio, nella finzione recitare in un ambiente che in qualche modo mi ricorda il periodo storico, l’epoca, la situazione è chiaro che mi condiziona e mi stimola aiutandomi a vestire i suoi panni. Spesso chiedo aiuto al Maestro Scenografo Osvaldo Desideri - Premio Oscar per L’Ultimo Imperatore di Bernardo Bertolucci – e a sua moglie Ewa, che vestono con passione e intuito il palcoscenico dei miei spettacoli interpretando al meglio il copione. Se al cinema la scenografia sembra qualcosa di fondamentale, a teatro, un tavolo, una sedia, o i pochi oggetti a disposizione, sono addirittura essenziali. Siccome il teatro è minimalista, ogni piccolo oggetto mi racconta qualcosa e mi consente di giocare di più. Mentre al cinema la scenografia dà forza all’attore, a teatro è l’attore che dà forza all’oggetto, che lo fa vivere. Sei lì che parli con una candela o con una bottiglia, è una cosa che può succedere soltanto a teatro, su un palcoscenico e così in quel momento l’oggetto prende vita. Una sedia a teatro può anche parlare. Quando faccio il monologo di Gaber La sedia da spostare, la sedia comincia a parlare, mi fa quasi da spalla. È pur vero che anche nel cinema d’autore, per esempio in Bergman o anche in film come Interiors di Woody Allen, dove le scenografie sono minimaliste, la scena è nella forza degli attori, nella recitazione ma anche nei dialoghi, nella forza della sceneggiatura.. In effetti, alcune scene sono quasi dei fotogrammi e ricordano l’atmosfera teatrale…

Qual è per te il palcoscenico ideale? Preferisci rapportarti con il pubblico del teatro o con l’occhio magico della macchina da presa?
Come ti ho già detto, il palcoscenico mi piace di più per certi aspetti, la macchina da presa per altri, però quando faccio uno spettacolo a teatro e sono padrone della scena, come quando interpreto i monologhi o le canzoni di Giorgio Gaber, allora quella è la mia dimensione ideale. Mi immedesimo talmente nel personaggio, nell’uomo, nel filosofo, nel poeta, nello scrittore, nel cantante naturalmente, che mi sento quasi più a mio agio che nella vita reale. Avere la possibilità di suscitare nel pubblico che ho davanti lo stupore, il sorriso, la commozione, il dubbio, la rabbia, la lucida riflessione, mi stimola a fare nuovi spettacoli. Il pubblico, infatti, mi ricarica di energia: in questo mio racconto mi emoziono con la speranza di emozionare. Quando poi interpreto il Signor G, ho la sensazione che, attraverso di lui, posso avere una sorta di missione da compiere, come risvegliare le coscienze e produrre anche se solo culturalmente, un cambiamento, una trasformazione interiore. Il mio palcoscenico ideale, quindi, è senza dubbio quello del Teatro-Canzone di Gaber-Luporini…

Quando ti è nata la passione per il cinema? C’è un accadimento, un luogo o una persona che ti hanno stimolato?
Devo tutto a mio padre e a mio nonno che, come ti ho già detto, possedevano un cinema a Ciampino e io sono cresciuto là dentro. Una delle esperienze più forti che ho provato nel film dove ho interpretato l’irlandese è che era prodotto dalla Titanus, un marchio storico che inizialmente faceva solo ed esclusivamente cinema. Ricordo che da piccolo vedevo quella sigla con una specie di cuore a tre punte e mi figuravo un intero pianeta di immagini, forse il cinema stesso, per cui, quando ho firmato il contratto con la Titanus, non ho difficoltà ad ammettere che mi tremava letteralmente la mano. Mio padre mi ha trasmesso questa grande passione per il cinema, senza poi considerare il fatto che quando, con mio padre e i miei due fratelli, andavamo alla Titanus a prendere le pellicole, le cosiddette “Pizze” e mi capitava di vedere Gassman, la Loren, Manfredi, Sordi, Mastroianni e poi quelle stesse persone rispuntavano incredibilmente dalle pellicole materializzandosi sullo schermo, io non comprendevo: per me che ero molto piccolo questo era un miracolo inspiegabile. E forse è per questo che ho voluto dedicarmi alla magia del cinema e poi del teatro…

C’è un personaggio che hai amato particolarmente? Per quali motivi?
In assoluto Gaber è il personaggio che ho amato di più e che tuttora amo di più, come avrai già capito… Lui non mi abbandona mai, è l’unico copione che voglio sempre accanto a me, direi che la cosa tragicomica è che mi rivedo integralmente nei suoi copioni, tutto quello che ha scritto sembra scritto per me. E anche gli spettatori, dopo lo spettacolo, spesso si avvicinano stupiti per aver intravisto questo mio sdoppiamento in lui. Gaber mi ha insegnato e ancora mi insegna più di qualunque scuola, addirittura abbiamo avuto le stesse vicissitudini e anche la stessa malattia, da cui io, per fortuna, sono guarito… Per cui quando finisce lo spettacolo non vedo l’ora di ricominciare come fosse quasi una droga. Del resto, con questo naso, uguale al suo e con questa mia somiglianza anche esteriore era quasi un destino che lo dovessi incontrare e il suo teatro è talmente vasto, profondo e vario che è difficile annoiarsi e pensare di averlo compreso pienamente e intensamente…

Come ti ispira il personaggio di Gaber e il rapporto con il suo eterno fratello Luporini?Gaber e Luporini hanno interpretato la crisi dell’uomo a tutto tondo senza mai pretendere di dare delle risposte ma semplicemente cercando di suscitare dei dubbi. Negli innumerevoli monologhi e canzoni che hanno scritto, hanno poi interpretato lo spirito del loro tempo che però è anche quello dei nostri tempi, vivo e vero come non mai in questo momento storico di crisi economica, sociale, delle coscienze, dei valori, dei rapporti, della famiglia, dell’amore…

Qual è il tuo più grande Sogno come attore?
Vivere girando i palcoscenici dei più grandi teatri italiani portando il messaggio gaberiano in ogni luogo disposto ad accoglierlo, magari anche nelle scuole dove una coscienza più giovane può assorbirlo più profondamente. Vivrei facendo trecentosessanta spettacoli l’anno a trecentosessanta gradi… E non mi risparmierei sulla durata – sarei capace di fare tre ore di spettacolo senza fermarmi – se non temessi di annoiare lo spettatore… e nemmeno sul numero dei bis… Poi magari mi intratterrei con gli spettatori per comprendere se posso migliorare qualcosa dello spettacolo: dall’uomo della strada all’intellettuale alla più ingenua donna di casa… del resto questo amava fare anche il Signor G… Sembra proprio che il destino non me lo abbia fatto incontrare per caso. Il primo monologo della mia carriera di attore, infatti, al tempo del Teatro dè Cocci, fu appunto La Paura di Gaber e da quel momento ho cominciato a superare la mia…

Di quale film vorresti essere protagonista?Il mio sogno sarebbe quello di poter interpretare il personaggio di Gaber al cinema, la sua vita, i suoi desideri, le sue delusioni, i suoi sforzi per comprendere ogni cosa, il dialogo incessante con il suo amico e coautore Luporini in questo scambio che ha prodotto tutto il Teatro-Canzone… Penso che ci metterei veramente tutto me stesso, come faccio sempre del resto…
Dopo queste appassionanti risposte di Luca Martella sul copione è interessante esaminare quanto questo tema sia legato alla psicanalisi. Secondo lo psicologo canadese Eric Berne (1910–1970), padre dell’analisi transazionale, ogni individuo segue il suo copione esistenziale: “Un piano di vita inconscio che si basa su di una decisione presa durante l’infanzia, rinforzata dai genitori (attraverso messaggi verbali e non verbali), giustificata dagli avvenimenti successivi, e che culmina in una scelta decisiva”.

Esiste, quindi, una stretta analogia tra copioni di vita e copioni teatrali, perché questi ultimi, “derivano da copioni della vita reale”. Come scriveva già lo stagirita Aristotele (384 a.C. - 322 a.C.): “Due cause appaiono in generale aver dato vita all’arte poetica, entrambe naturali: da una parte il fatto che l’imitare è connaturato agli uomini fin dalla puerizia… dall’altra il fatto che tutti traggono piacere dalle imitazioni”. Per questo motivo sempre secondo Berne: “Anche le scene dei copioni di vita devono essere programmate e prestabilite esattamente come quelle dei copioni teatrali”.

Ciascuno di noi, infatti, recita sul palcoscenico della vita un dramma che ha un inizio, un punto di mezzo e una fine. Le prime decisioni che abbiamo preso nella vita sono quelle più profonde e immutabili e determinano in maniera fondamentale l'assunzione del ruolo con cui recitiamo la nostra parte sulla scena del mondo. La liberazione dal ruolo determinato dal contesto in cui ci siamo formati avviene, quindi, attraverso un lungo percorso, un copione che continua a svilupparsi verso la libertà, la realizzazione e il benessere personale in una tensione continua che ci porta a interpretare sempre nuovi soggetti. Del resto secondo il più eminente drammaturgo della cultura occidentale William Shakespeare (1564–1616): Tutto il mondo è un palcoscenico e tutti gli uomini e le donne non sono che attori: essi hanno le loro uscite e le loro entrate; e una stessa persona, nel tempo che gli è dato, rappresenta diverse parti (Come Vi Piace, Iacopo: atto II, scena VII).

Dal canto suo, lo psicologo tedesco Bert Hellinger (1925), partendo dalla considerazione che, spesso, la nostra esistenza appare condizionata da destini e sentimenti che non sono veramente propri e personali, ma che appartengono a "grovigli" del sistema-famiglia, cerca di portare alla luce questi meccanismi attraverso il processo delle Costellazioni Familiari. Si tratta di una terapia riprodotta da rappresentanti che, affidandosi all’istinto, mettono in scena i meccanismi comportamentali esistenti tra i membri di una famiglia o di un gruppo, evidenziando le dinamiche inconsce che causano sofferenza nelle relazioni affettive e professionali o nel rapporto con il denaro e con la salute.

Per far fronte all’azione che questa struttura arcaica, cieca e inconscia, esercita dentro di noi, potremmo affidarci a questo semplice suggerimento di Albert Einstein: Ogni essere umano è parte di un tutto chiamato Universo. Egli sperimenta i suoi pensieri e i sentimenti come qualcosa di separato dal resto: una specie di illusione ottica della coscienza. Questa illusione è una specie di prigione. Il nostro compito deve essere quello di liberare noi stessi da questa prigione attraverso l'allargamento del nostro circolo di conoscenza e comprensione, sino ad includere tutte le creature viventi e l'interezza della natura nella sua bellezza.

E dunque è l’attore colui che affronta continuamente il piacevole viaggio verso la comprensione e guarigione di se stesso approfondendo la miriade di personalità e sotto-personalità che lo fanno agire per acquisire la sua interezza! Secondo il metodo proposto dal drammaturgo russo Konstantin Sergeevič Stanislavskij (1863 – 1938) risulta, infatti, fondamentale per diventare davvero credibili sul palcoscenico  "il lavoro dell’attore su se stesso" e "il lavoro dell'attore sul personaggio".

Se è vero, dunque, che un attore che si rispetti si mette continuamente in discussione attraverso l’affascinante gioco del palcoscenico, cosa facciamo, invece, tutti noi per diventare credibili nel tragicomico palcoscenico della vita? Ci immergiamo coraggiosamente nella nostra storia cercando di trasformare quello che non ci appartiene o ripetiamo infinitamente e fissamente lo stesso copione? Ma del resto cosa c’è di realmente vero nella nostra esistenza?
Luca Martella: Rispondo con i primi due versi del sonetto di Gigi Proietti TeatroViva er teatro dove tutto è finto/ ma gnente c’è de farzo e questo è vero.

Così come Qualcuno disse: Siamo noi gli unici attori e registi della nostra vita, ognuno ha in mano il proprio copione da scrivere prima, e recitare poi... il singolo individuo è l'unico selettore delle sue scelte e dunque l'unico responsabile delle conseguenze che da esse derivano. Esso decide se e quali maschere indossare in ogni circostanza, esso decide se VIVERE o SOPRAVVIVERE durante la sua permanenza in questa breve vita, esso sceglie se mettere in scena – su quel freddo e apatico palcoscenico (il mondo) che lo ospita temporaneamente in attesa di volti nuovi e sceneggiature nuove – un ruolo da protagonista o uno da comparsa.

Del resto Oscar Wilde diceva: Vivere è la cosa più rara al mondo. La maggior parte della gente esiste... e nulla più. 
Il prossimo appuntamento è per il 22 Novembre.

DIC - 11 - 2013
ANNA PEPE
Giovedi 12 dicembre, dalle 19 alle 20, ospite negli studi di Radio Kolbe a K-On the Road, programma condotto da Brigitte Esposito e in regia Raffaele 1488358_10202040881056794_637823605_nAlfano, il Borgo Antico Resurrection. La band nasce dalle reminiscenze del gruppo “Angesa Giani”, un gruppo che negli anni 70 , insieme agli “Opera Prima”, i ” Condors”, ai“Panna Montata” e ai “Santo California”hanno scritto la più bella pagina musicale non solo di Angri ma dell’intera Campania insieme ad altri gruppi dell’Agro e del Vesuviano. Dalla musica dei Pink Floyd , dagli arrangiamenti e testo del B.A.Resurrection, nasce un’opera rock per il sociale “TERRA DEI FUOCHI”. Con Gerardo Alfonso Ragosa e Antonio Casaburo alle tastiere, Gennaro Maria Duro alla chitarra e vocal, Giovanni Grimaldi alla batteria, Gennaro Cinque al basso si farà un tuffo indietro nel tempo, e precisamente negli anni ’70/’80.
In più ci sarà un’intervista esclusiva al grande attore e regista Luca Martella. Tanti avvincenti
1476908_10202040962338826_2018913673_nsuccessi collezionati negli anni a teatro, in tv e al cinema. Dalle sue grandi e numerose interpretazioni nelle pièces teatrali di G. Lorca, S. Beckett, L. Pirandello., T. Masucci a quelle in fiction tv e al cinema quali Le ragazze di Piazza di Spagna 2, Un papà quasi perfetto, Carabinieri 3, Orgoglio 2, Distretto di Polizia 6 e 8 , Codice Aurora, Un caso di coscienza 3, Crimini Bianchi, Medicina Generale 2, Il commissario Rex 2, Squadra Narcotici, Fratelli detective 2, Commedia sexy, Decameron Pie, Federico e Francesco, Uno su due, La notte di Pasquino, L’incantatore di serpenti, Amici miei 1400. In occasione del decennale della scomparsa del grande Giorgio Gaber, Luca Martella e il suo quintetto stanno portando in tour per l’Italia lo spettacolo intitolato“Sulle orme del Signor G”, monologhi e canzoni accompagnati da un mix di ironia, riflessione e divertimento che rendono omaggio all’indimenticabileGaber, un valido progetto artistico-culturale che ripercorre la sua storia attraverso  brani indelebili che hanno regalato emozioni uniche quali Lo shampoo”, “Destra-Sinistra”,“Mi fa male il mondo”, “L’America”, “Qualcuno era comunista”, “Io non mi sento Italiano”, “La Libertà”
Sintonizzatevi dunque su Radio Kolbe 93.45Mhz, 93.10Mhz, 93.70Mhz, 100.40Mhz, 98.00Mhz o in streaming sul sito radiofonico www.radiokolbeweb.com. Per essere in diretta scrivete, inoltre, sulle pagine facebook ufficiali Radiokolbe Web e Radio kolbe fan page, su Twitter @radiokolbe o inviate sms e whatsapp al 3932913334. FATE VOLARE LA VOSTRA MENTE!



Domenica 15 dicembre 2013, ore 15:41:30
S. Valeriano - Sagittario
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Un ragazzo morto in carcere
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di Patrizia Boi
13 settembre 2013
Un ragazzo morto in carcere
Domenica prossima 15 settembre alle ore 21.10, andrà in onda la seconda puntata della nuova serie "Un caso di coscienza 5" diretta da Luigi Perelli.In questo episodio, l'avvocato Rocco Tasca (Sebastiano Somma) dovrà affrontare un caso di violenza nelle carceri presumibilmente ispirato alla vicenda giudiziaria di Stefano Cucchi, il trentunenne geometra romano deceduto il 22 ottobre 2009 durante la custodia cautelare.
La vicenda, che scatenò l'interesse dell'opinione pubblica, si è conclusa il 5 giugno 2013 con la condanna in Primo grado di quattro medici e del primario dell'ospedale Sandro Pertini per omicidio colposo, un medico per falso ideologico e l'assoluzione di sei tra infermieri e guardie penitenziarie, per non aver contribuito alla morte di Cucchi.
Al di là di ogni polemica e di ogni difesa o accusa di parte, senza giudicare chi il processo ha assolto e condannato, è interessante rilevare che il caso Cucchi fece emergere altri 26 casi simili nello stesso anno (2009) di detenuti morti in carcere senza aver accertato la causa del decesso.
Supponendo che il sistema carcerario non sia attento ai detenuti, ma non è argomento di questa nostra riflessione esprimere un giudizio sul sistema carcerario, si potrebbe cercare di comprendere quanto accaduto ricordando l'opera di Michel Foucault, Sorvegliare e punire: la nascita della prigione, edita Einaudi.
Essa espone, infatti, il contrasto tra due forme di punizione: a) il supplizio pubblico; b) la pedante programmazione giornaliera prevista per gli internati in una prigione all'inizio dello scorso secolo.
Foucault mette in luce i cambiamenti avvenuti nei sistemi penali occidentali nell'ultimo secolo ed esamina la pubblica tortura in sé, una sorta di spettacolo di "piazza teatrale" con diverse funzioni ed effetti per la società.
Le funzioni perseguite erano: a) riflettere la violenza del delitto originario sul corpo del condannato; b) porre in atto la vendetta di chi è stato leso dal crimine sul corpo del colpevole.
Secondo Foucault "la legge era considerata un'estensione del corpo del sovrano, quindi era del tutto logico che la vendetta si incarnasse nella violazione dell'integrità fisica (corpo) del condannato".
Questa punizione aveva degli effetti collaterali indesiderati: a) forniva al corpo del condannato un palcoscenico su cui ricevere simpatia ed ammirazione; b) trasformava il corpo del condannato in un luogo del conflitto tra le masse ed il sovrano.
Spesso, infatti, le esecuzioni sfociavano in tumulti in appoggio del prigioniero.
Pertanto, la pubblica esecuzione si rivelava controproducente, addirittura l'antitesi degli interessi dello Stato.
Questo condusse gradualmente al passaggio dal sistema del supplizio pubblico a quello della punizione con la prigione.
Il passaggio al sistema carcerario attuale, a partire dalla riforma del sistema penale quasi contemporaneo alla Rivoluzione francese, sul piano socio-politico, secondo Foucault, sarebbe "funzionale agli interessi della classe borghese… Vi è un diverso modo di reprimere fermamente l'illegalismo dei beni (tipico della plebe, specie nei suoi strati marginali; furti, rapine, omicidi) rispetto ad una certa tolleranza verso l'illegalismo dei diritti (tipico dello scaltro borghese; truffe, corruzioni e simili)".
Insomma sembra che la tendenza a punire il corpo del condannato, retaggio del vecchio sistema penale legato alla punizione mediante Supplizio pubblico, produrrebbe un effetto di simpatia da parte del pubblico coinvolto e servirebbe solo a suscitare polemiche sulla legalità del comportamento di chi la mette in atto.
Tale è stato l'interesse suscitato dal caso Cucchi o casi analoghi - proprio per questa forma di simpatia che sempre si genera quando un corpo viene sottoposto a punizione, reale o presunta che sia -, che anche la Rai ha voluto dedicare a questo tipo di accaduto un episodio di fantasia dove, come precisa il protagonista Sebastiano Somma:"Non puntiamo mai l'indice contro le istituzioni, anche se trattiamo crimini che avvengono dentro le istituzioni. Cerchiamo di scavare nelle motivazioni che spingono un singolo a commettere un atto criminale".
Come suggerisce, infatti, Don Miguel Ruiz nel suo libro I quattro Accordi "Parlate con integrità. Dite solo quello che pensate. Non usate le parole contro di voi o per spettegolare sugli altri. Usate il potere della parola al servizio della verità e dell'amore" non dovrebbe essere nostro compito esprimere giudizi o critiche di sorta o provare a fare processi alle intenzioni, ma semplicemente provare ad ascoltare le ragioni di tutti.
Patrizia Boi



http://www.eur.roma.it/il-quartiere/news/articolo/coinvolgente-e-attualissimo-omaggio-a-gaber-secondo-la-visione-di-luca-martella.html?no_cache=1

RADIO TUSCOLO

Luca Martella - Il Sig. G dieci anni dopo

VIDEO - Luca Martella, con una interpretazione, ricorda a suo modo Giorgio Gaber . A dieci anni dalla sua scomparsa l'indimenticabile Sig. G è ancora straordinariamente attuale in una continuità tematica virtuale che fa molto riflettere. Le sue intuizioni, la satira graffiante, ma nello stesso tempo piena di una grande lo rendono attuale anche a distanza di due lustri. Quasi due ore di spettacolo intenso che scorrono veloci tra monologhi e musica, nella straordinaria cornice dell'auditorium delle Scuderie Aldobrandini - Frascati 9 febbraio 2012

Video:



http://www.tibursuperbum.it/ita2/eventi/Gaber10aqnni.htm


Il teatro canzone di Gaber nello spettacolo di Luca Martella

9 e 10 febbraio 2013 alle Scuderie Aldobrandini




Luca Martella e il Teatro Canzone di Gaber. Per il decennale alle Scuderie Aldobrandini l’omaggio al “Signor G”
Dopo il successo registrato negli ultimi anni, in occasione del decennale della scomparsa del grande Giorgio Gaberscik, in arte Gaber, l’Attore e Regista Luca Martella e il suo quintetto portano in scena a Frascati, il nuovo spettacolo intitolato “Sulle orme del Signor G “,10 anni dopo…e pensare che c’era il pensiero. Le date previste nelle Scuderie Aldobrandini del Comune di Frascati sono sabato 9 febbraio alle ore 20,30 e domenica 10 febbraio alle ore 17,30, con ingresso a pagamento. Lo spettacolo ideato da Luca Martella è un omaggio al teatro canzone di Gaber, un progetto artistico-culturale che ripercorre la sua storia attraverso i brani più celebri, come gli indimenticabili “Lo shampoo”, “Destra-Sinistra”,“Mi fa male il mondo”, "L'America", "Qualcuno era comunista", "Io non mi sento Italiano", "La Libertà", selezionati tra canzoni e monologhi del repertorio di Giorgio Gaber e del suo amico e coautore Sandro Luporini dagli anni ’70 al 2000. Il quintetto annovera musicisti d’eccezione come il maestro Fabio di Cocco alle Tastiere, Massimiliano de Lucia alla Batteria, Andrea Colella al Contrabbasso, Matteo Martella al Sax, Giancarlo Martella alla Chitarra. Lo spettacolo ha l'approvazione della Fondazione Gaber. Le scenografie sono state ideate e progettate da Eva e Osvaldo Desideri, Premio Oscar per “L’ultimo Imperatore” di Bernardo Bertolucci.
«Pensato per celebrare il decennale della scomparsa di Gaber, avvenuta il 1° gennaio del 2003 nella sua casa di Montemagno, in provincia di Lucca, lo spettacolo dopo le date di Frascati andrà in tournée in tutto il Lazio - dichiara l’attore e regista Luca Martella -. Porto in scena questo spettacolo incentrato su un artista unico nel suo genere: Giorgio Gaber. Uno spettacolo che intreccia emozioni e riflessioni ed è sicuramente molto suggestivo. Gaber è stato sempre un punto di riferimento per me, già dai tempi dell’Accademia».
Il recital, tragico, ironico, profondo, emozionante, ma allo stesso tempo divertente, rivela il messaggio preciso di Giorgio Gaber, ossia l’importanza di prendere atto della realtà, affrontarla, deriderla, soffrirne, ma allo stesso tempo averne compassione perché la riflessione sia utile ed efficace strumento di consapevolezza per tutte le generazioni. Luca Martella, facendo valere la somiglianza con Gaber e la sua nota abilità di attore, riesce a regalare un’intensa e coinvolgente interpretazione dell’arte dell’intellettuale milanese - e ad accendere la scena delle più svariate sfumature: giocosa ironia, denuncia pungente, disillusione profonda, commozione intensa e grande senso dell’umorismo.
In realtà l’attore riesce a calzare perfettamente i panni di Gaber perché ne sposa il pensiero, la linea di condotta, il coraggio di dire la verità, l’Amore per il teatro, la passione, la compassione e soprattutto la profonda appartenenza a se stesso. Questo gli consente di mostrarsi in scena pienamente se stesso Martella, ma nello stesso tempo Gaber. Inoltre se la parabola artistica del Signor G rappresenta la “classica storia dell’uomo inserito, l’uomo che fa fatica a vivere e a cui crollano uno dopo l’altro i miti della giovinezza”, Martella si coinvolge intimamente nel personaggio perché vi riconosce la storia stessa del nostro Paese, in maniera quasi profetica descritta da Giorgio Gaberscik.

“Sulle orme del Signor G”,10 anni dopo…e pensare che c’era il pensiero
Sabato 9 febbraio 2013 ore 20.30
Domenica 10 febbraio 2013 ore 17.30
Ingresso 10,00 €. Prevendita 1,00 €
Per info e prenotazioni: Mae Box Office 06 9419551
www.maeboxoffice.com


http://www.ilquotidianodellazio.it/articoli/129/luca-martella-e-il-teatro-canzone-di-gaber




CULTURA & SPETTACOLO

LUCA MARTELLA E IL TEATRO CANZONE DI GABER

Per il decennale alle Scuderie Aldobrandini l’omaggio al “Signor G”
Dopo il successo registrato negli ultimi anni, in occasione del decennale della scomparsa del grande Giorgio Gaberscik, in arte Gaber, l’Attore e Regista Luca Martella e il suo quintetto portano in scena a Frascati, il nuovo spettacolo intitolato “Sulle orme del Signor G “,10 anni dopo…e pensare che c’era il pensiero. Le date previste nelle Scuderie Aldobrandini del Comune di Frascati sono sabato 9 febbraio alle ore 20,30 e domenica 10 febbraio alle ore 17,30, con ingresso a pagamento. Lo spettacolo ideato da Luca Martella è un omaggio al teatro canzone di Gaber, un progetto artistico-culturale che ripercorre la sua storia attraverso i brani più celebri, come gli indimenticabili “Lo shampoo”, “Destra-Sinistra”,“Mi fa male il mondo”, "L'America", "Qualcuno era comunista", "Io non mi sento Italiano", "La Libertà", selezionati tra canzoni e monologhi del repertorio di Giorgio Gaber e del suo amico e coautore Sandro Luporini dagli anni ’70 al 2000. Il quintetto annovera musicisti d’eccezione come il maestro Fabio di Cocco alle Tastiere, Massimiliano de Lucia alla Batteria, Andrea Colella al Contrabbasso, Matteo Martella al Sax, Giancarlo Martella alla Chitarra. Lo spettacolo ha l'approvazione della Fondazione Gaber. Le scenografie sono state ideate e progettate da Eva e Osvaldo Desideri, Premio Oscar per “L’ultimo Imperatore” di Bernardo Bertolucci.

«Pensato per celebrare il decennale della scomparsa di Gaber, avvenuta il 1° gennaio del 2003 nella sua casa di Montemagno, in provincia di Lucca, lo spettacolo dopo le date di Frascati andrà in tournée in tutto il Lazio - dichiara l’attore e regista Luca Martella -. Porto in scena questo spettacolo incentrato su un artista unico nel suo genere: Giorgio Gaber. Uno spettacolo che intreccia emozioni e riflessioni ed è sicuramente molto suggestivo. Gaber è stato sempre un punto di riferimento per me, già dai tempi dell’Accademia».

Il recital, tragico, ironico, profondo, emozionante, ma allo stesso tempo divertente, rivela il messaggio preciso di Giorgio Gaber, ossia l’importanza di prendere atto della realtà, affrontarla, deriderla, soffrirne, ma allo stesso tempo averne compassione perché la riflessione sia utile ed efficace strumento di consapevolezza per tutte le generazioni. Luca Martella, facendo valere la somiglianza con Gaber e la sua nota abilità di attore, riesce a regalare un’intensa e coinvolgente interpretazione dell’arte dell’intellettuale milanese - e ad accendere la scena delle più svariate sfumature: giocosa ironia, denuncia pungente, disillusione profonda, commozione intensa e grande senso dell’umorismo.

In realtà l’attore riesce a calzare perfettamente i panni di Gaber perché ne sposa il pensiero, la linea di condotta, il coraggio di dire la verità, l’Amore per il teatro, la passione, la compassione e soprattutto la profonda appartenenza a se stesso. Questo gli consente di mostrarsi in scena pienamente se stesso Martella, ma nello stesso tempo Gaber. Inoltre se la parabola artistica del Signor G rappresenta la “classica storia dell’uomo inserito, l’uomo che fa fatica a vivere e a cui crollano uno dopo l’altro i miti della giovinezza”, Martella si coinvolge intimamente nel personaggio perché vi riconosce la storia stessa del nostro Paese, in maniera quasi profetica descritta da Giorgio Gaberscik.
19-01-2013 - Redazione



"Sulle orme del signor G", 10 anni dopo...

In occasione del decennale della scomparsa del grande Giorgio Gaberscik, in arte Gaber, l’Attore e Regista Luca Martella e il suo quintetto portano in scena a Frascati, il nuovo spettacolo intitolato “Sulle orme del SignorG,10 anni dopo…e pensare che c’era il pensiero. Le date previste nelle Scuderie Aldobrandini del Comune di Frascati sono sabato 9 febbraio alle ore 20,30 e domenica 10 febbraio alle ore 17,30.
Lo spettacolo ideato da Luca Martella è un omaggio al teatro canzone di Gaber, un progetto artistico-culturale che ripercorre la sua storia attraverso i brani più celebri, selezionati tra canzoni e monologhi del repertorio di Giorgio Gaber e del suo amico e coautore Sandro Luporini dagli anni ’70 al 2000. Il quintetto annovera musicisti d’eccezione come il maestro Fabio di Cocco alle Tastiere, Massimiliano de Lucia alla Batteria, Andrea Colella al Contrabbasso, Matteo Martella al Sax, Giancarlo Martella alla Chitarra. Lo spettacolo ha l'approvazione della Fondazione Gaber. Le scenografie sono state ideate e progettate da Eva e Osvaldo Desideri, Premio Oscar per “L’ultimo Imperatore” di Bernardo Bertolucci.
“Sulle orme del SignorG”, 10 anni dopo...e pensare che c’era il pensiero
Sabato 9 febbraio 2013 ore 20.30 - Domenica 10 febbraio 2013 ore 17.30
Auditorium delle Scuderie Aldobrandini - Piazza G. Marconi 6 - 00044 Frascati (RM)
Ingresso 10,00. Prevendita 1,00 € - Per info e prenotazioni: Mae Box Office 06 9419551 Frascati (Rm)
NB Parte dei proventi in beneficenza


http://www.castellinews.it/index.asp?id=26105&act=v


http://www.anninuovi.it/article.aspx?id=225&fb_action_ids=10200363833359673&fb_action_types=og.likes&fb_source=timeline_og&action_object_map=%7B%2210200363833359673%22%3A217071308430320%7D&action_type_map=%7B%2210200363833359673%22%3A%22og.likes%22%7D&action_ref_map=[]


Luca Martella interpreta Gaber

- Pubblicato da
Lunedì 21 gennaio RaiTre ha trasmesso, in prima serata, un bel programma dedicato a Giorgio Gaber, a 10 anni dalla sua scomparsa, avvenuta il 1° gennaio del 2003.
Lo spettacolo, condotto da Fabio Fazio, è stato un doveroso tributo ad uno dei più singolari artisti del nostro Paese del Novecento, che ha saputo con la propria musica e le sue parole incidere con graffiante ironia e sapienza la cultura italiana.
Ma, oltre la Rai, c’è qualcos’altro che chiama in causa più direttamente Ciampino.
Luca Martella, giovane e valente artista nostro concittadino, infatti, si propone sul tema, con un evento che si preannuncia molto interessante.
Il 9 e 10 febbraio, con orario fissato alle 20,30 sabato e alle 17,30 domenica, a Frascati, presso le Scuderie Aldobrandini, Luca Martella, attore e regista, porterà in scena “Sulle orme del Signor G, 10 anni dopo … e pensare che c’era il pensiero”. Con lui un quintetto composto da Fabio di Cocco alle Tastiere, Massimiliano de Lucia alla Batteria, Andrea Colella al Contrabbasso, Matteo Martella al Sax, Giancarlo Martella alla Chitarra. Le scenografie sono state ideate e progettate da Eva e Osvaldo Desideri, Premio Oscar per “L’ultimo Imperatore” di Bernardo Bertolucci.
Lo spettacolo ha ricevuto l’approvazione della Fondazione Gaber per i contenuti ed il messaggio che trasmette, attraverso un recital che non risparmierà emozioni e farà riflettere sull’attualità del pensiero di Giorgio Gaber, veramente, a rileggere i suoi testi oggi, dotato del dono della profezia.
Dopo la rappresentazione di Frascati, lo spettacolo andrà in tournée lungo la Penisola nei prossimi mesi.
Il costo del biglietto è di 10,00 €. Prevendita 1,00 € e parte del ricavato sarà devoluto in beneficenza.
Per ulteriori informazioni e prenotazioni si può chiamare: Mae Box Office 06 9419551.
Da non perdere.






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Pubblicato: 18/01/2013 08:25:00
Teatro & Cultura
FRASCATI SCUDERIE ALDOBRANDINI, LUCA MARTELLA E IL TEATRO CANZONE DI GABER: IL 9 E 10 FEBBRAIO OMAGGIO AL SIGNOR "G"
Le scenografie sono state ideate e progettate da Eva e Osvaldo Desideri, Premio Oscar per “L’ultimo Imperatore” di Bernardo Bertolucci.

Redazione
Frascati (RM) - Dopo il successo registrato negli ultimi anni, in occasione del decennale della scomparsa del grande Giorgio Gaberscik, in arte Gaber, l’Attore e Regista Luca Martella e il suo quintetto portano in scena a Frascati, il nuovo spettacolo intitolato “Sulle orme del Signor G “,10 anni dopo…e pensare che c’era il pensiero. Le date previste nelle Scuderie Aldobrandini del Comune di Frascati sono sabato 9 febbraio alle ore 20,30 e domenica 10 febbraio alle ore 17,30, con ingresso a pagamento. Lo spettacolo ideato da Luca Martella è un omaggio al teatro canzone di Gaber, un progetto artistico-culturale che ripercorre la sua storia attraverso i brani più celebri, come gli indimenticabili “Lo shampoo”, “Destra-Sinistra”,“Mi fa male il mondo”, "L'America", "Qualcuno era comunista", "Io non mi sento Italiano", "La Libertà", selezionati tra canzoni e monologhi del repertorio di Giorgio Gaber e del suo amico e coautore Sandro Luporini dagli anni ’70 al 2000. Il quintetto annovera musicisti d’eccezione come il maestro Fabio di Cocco alle Tastiere, Massimiliano de Lucia alla Batteria, Andrea Colella al Contrabbasso, Matteo Martella al Sax, Giancarlo Martella alla Chitarra. Lo spettacolo ha l'approvazione della Fondazione Gaber. Le scenografie sono state ideate e progettate da Eva e Osvaldo Desideri, Premio Oscar per “L’ultimo Imperatore” di Bernardo Bertolucci.
«Pensato per celebrare il decennale della scomparsa di Gaber, avvenuta il 1° gennaio del 2003 nella sua casa di Montemagno, in provincia di Lucca, lo spettacolo dopo le date di Frascati andrà in tournée in tutto il Lazio - dichiara l’attore e regista Luca Martella -. Porto in scena questo spettacolo incentrato su un artista unico nel suo genere: Giorgio Gaber. Uno spettacolo che intreccia emozioni e riflessioni ed è sicuramente molto suggestivo. Gaber è stato sempre un punto di riferimento per me, già dai tempi dell’Accademia».
Il recital, tragico, ironico, profondo, emozionante, ma allo stesso tempo divertente, rivela il messaggio preciso di Giorgio Gaber, ossia l’importanza di prendere atto della realtà, affrontarla, deriderla, soffrirne, ma allo stesso tempo averne compassione perché la riflessione sia utile ed efficace strumento di consapevolezza per tutte le generazioni. Luca Martella, facendo valere la somiglianza con Gaber e la sua nota abilità di attore, riesce a regalare un’intensa e coinvolgente interpretazione dell’arte dell’intellettuale milanese - e ad accendere la scena delle più svariate sfumature: giocosa ironia, denuncia pungente, disillusione profonda, commozione intensa e grande senso dell’umorismo.
In realtà l’attore riesce a calzare perfettamente i panni di Gaber perché ne sposa il pensiero, la linea di condotta, il coraggio di dire la verità, l’Amore per il teatro, la passione, la compassione e soprattutto la profonda appartenenza a se stesso. Questo gli consente di mostrarsi in scena pienamente se stesso Martella, ma nello stesso tempo Gaber. Inoltre se la parabola artistica del Signor G rappresenta la “classica storia dell’uomo inserito, l’uomo che fa fatica a vivere e a cui crollano uno dopo l’altro i miti della giovinezza”, Martella si coinvolge intimamente nel personaggio perché vi riconosce la storia stessa del nostro Paese, in maniera quasi profetica descritta da Giorgio Gaberscik.

“Sulle orme del Signor G”,10 anni dopo...e pensare che c’era il pensiero
Sabato 9 febbraio 2013 ore 20.30
Domenica 10 febbraio 2013 ore 17.30
Ingresso 10,00 €. Prevendita 1,00 €

Per info e prenotazioni: Mae Box Office 06 9419551 Frascati (Rm)
Parte dei proventi saranno devoluti in beneficenza
FRASCATI | FRASCATI LUCA MARTELLA | FRASCATI SCUDERIE ALDOBRANDINI | GABER TEATRO | TEATRO GABER SIGNOR G | BERNARDO BERTOLUCCI | FABIO DI COCCO | ANDREA COLELLA CONTRABBASSO



Luca Martella e il Teatro Canzone di Gaber

di Patrizia Boi

Lucidi pensieri, canzoni e parole, intensa ironia, musica ed emozioni…


Prosegue il successo dello spettacolo dell’Attore e Regista Luca Martella e il suo quintetto The GG Brothers Band in scena con i due Atti Teatrali:


Sulle orme del Signor G

Il Teatro-Canzone

10 anni dopo – e pensare che c’era il pensiero

Martella porta in scena il suo nuovo spettacolo dal vivo dedicato alla memoria del "Signor G", pensato per celebrare il decennale della scomparsa di Giorgio Gaberscik, in arte Gaber, avvenuta il 1° gennaio del 2003 nella sua casa di Montemagno, in provincia di Lucca.

La tournée prenderà l’avvio da Frascati il 9 e 10 febbraio 2013 nella straordinaria cornice dell’Auditorium delle Scuderie Aldobrandini, poi proseguirà per tutta la penisola.

Il Programma dello spettacolo è intensissimo e spazia tra i monologhi e le canzoni che noi tutti abbiamo più amato, da “Lo shampoo” “Destra-Sinistra”, da "Qualcuno era comunista" a "La Libertà" solo per fare alcuni esempi del repertorio scelto dall’attenta Regia dello stesso Martella.

L’Attore stesso ci spiega le motivazioni che lo hanno indotto a occuparsi proprio del Signor G:”Gaber è stato sempre un punto di riferimento per me, già dai tempi dell’Accademia…e poi se guardate bene il mio profilo…c’è una certa somiglianza”.

In realtà Luca Martella riconosce nel percorso Gaberiano la sua storia stessa, con tutte i successi, con tutte le delusioni, con tutte le scelte via via fatte, con tutte le strade percorse e con tutte quelle abbandonate… Ma soprattutto Martella si appassiona al personaggio del Signor G, a quell’”uomo senza qualità” in grado di dipingere con pennellate sottili lo spirito della sua epoca, della nostra epoca e ne indossa così perfettamente l’abito mentale che nella scena avviene uno sdoppiamento…


In questa dicotomia lacerante ma nel contempo corroborante, l’attore/regista rivolge il messaggio gaberiano a un pubblico di ogni età; è però evidente il trasporto verso le menti più giovani quali preziosi serbatoi da cui attingere per rivitalizzare il Sogno e le ali delgabbiano senza più neanche l'intenzione del volo perché ormai il sogno si è rattrappito”.

Una passione viscerale per il jazz unisce Martella a Gaber, tanto che nel suo quintetto annovera musicisti d’eccezione come il maestro Fabio di Cocco alle tastiereMax de Lucia alla batteriaAndrea Colella al bassoMatteo Martella al saxGiancarlo Martella alla chitarra.

È da notare come, interpretando il profetico spirito gaberiano, Luca Martella regista abbia voluto unire sul palcoscenico tre generazioni: la sua in quanto voce del poeta vate, quella di suo padre Giancarlo che plasma il suono alla chitarra e quella di suo figlio Matteo che dona il suo fiato al sax, una sorta di triade divina per concedere speranza al Futuro.

Secondo il regista lo spirito di gruppo che pervade i componenti della Band è un ingrediente fondamentale per il successo dello spettacolo, un catalizzatore di energia per le emozioni degli spettatori. Inoltre, in una società che naviga allo sbaraglio per la perdita dei valori fondamentali della vita, l’affermazione dello stesso Martella: “Ho cercato di coinvolgere la mia famiglia per dare allo spettacolo non solo un senso compiuto, ma anche per celebrare il mio percorso di vita con accanto una famiglia meravigliosa”, denota la volontà costruttiva di riflettere anche sui valori perduti.

È evidente che questa ricerca di connessione tra palcoscenico e vita reale, tra palcoscenico e platea, appartenga all’animo di Martella, come è ovvia la sua inclinazione verso le generazioni future anche per l’abitudine acquisita negli anni di trasmettere l’arte della recitazione e il pensiero gaberiano ai più giovani nei laboratori teatrali da lui stesso tenuti o nelle performance per le scuole dove spesso viene invitato.

È vero che Luca Martella è attore professionista impegnato fin da subito sia in teatro, sia al cinema, sia in televisione, ma la sua verve teatrale, a partire dalle eccellenti interpretazioni di Lorca, Beckett, Pirandello, diventa emozionante e addirittura catartica nelle sue rappresentazioni del Signor G.

Non dimentichiamoci però che il suo impegno in televisione e al cinema lo mette continuamente in contatto con artisti di spessore con i quali spesso collabora ecletticamente per altri progetti. Le Scenografie di questo spettacolo, infatti, sono state progettate da professionisti come Eva Desideri e Osvaldo Desideri, premio Oscar per “L’ultimo Imperatore” di Bernardo Bertolucci.


Chissà cosa penserebbe di tutto questo il vero Signor G!


Il 25 gennaio 2013 Gaber avrebbe compiuto 74 anni e tutti ci domandiamo come avrebbe reagito alla disastrosa situazione politica ed economica italiana, che cosa si sarebbe inventato, quali angosce lo avrebbero pervaso, quali malanni lo avrebbero sconvolto… siamo certi che lui ci guarda da lassù e ci suggerisce di stare semplicemente attenti a quello che ha già detto, perché del Gaber-pensiero si può sempre dare una rilettura alla luce dei nuovi tempi, si può osservare il suo sguardo profetico che forse aveva già pasolinianamente previsto tutto, si può porre maggiore attenzione su una parola, su un sorriso o semplicemente su un gesto perché un vero intellettuale emerge dal mondo scontato e banale per traguardare molto oltre e senza dubbio più dentro, il più delle volte diventando scomodo e temibile ma prendendosi tutta la responsabilità delle sue parole. E per le menti che vogliono risvegliarsi è utile “poter contare su una voce così libera e vera. E che ci riporta alla realtà”.

Lo spettacolo è stato approvato dalla Fondazione Gaber (http://www.giorgiogaber.it/).


“Sulle orme del Signor G”,10 anni dopo…e pensare che c’era il pensiero

Sabato 9 febbraio 2013 ore 20.30

Domenica 10 febbraio 2013 ore 17.30

Ingresso 10,00 €. Prevendita 1,00 €

Per info e prenotazioni: Mae Box Office 06 9419551 Frascati (Rm) www.maeboxoffice.com

NB Parte dei ricavi saranno devoluti in beneficenza

Spettacolo


19/01/2012 su Libero


Roma, 19 gen. (Adnkronos) - Ricordare Giorgio Gaber in occasione del suo compleanno che cadra' il prossimo 25 gennaio. A farlo e' l'attore e regista Luca Martella con tre spettacoli dal vivo dedicati alla memoria del 'signor G'. Un vero omaggio alla immensa discografia del cantante-attore milanese.
Con il Patrocinio della Regione Lazio, della Provincia di Roma e grazie all'approvazione della Fondazione Gaber e Radio Due, Luca Martella mette in scena il primo dei due spettacoli in programma, 'Buon compleanno Signor G ', omaggio a Gaber in collaborazione con Tonino Tosto, vice Presidente Upter, Gabriella Marino di Ass.ne Arte'teca e Fatima Lucarini.
Tre gli appuntamenti in calendario per un'antologia musicale che spazia dagli anni '70 al 2000 promettendo momenti divertenti, profondi, pungenti, ironici ed emozionanti. Il viaggio della memoria dedicato a Gaber, 'artista unico nel suo genere', come lo stesso Luca Martella lo definisce, parte il 22 gennaio da Roma (ore 18) con lo spettacolo 'Buon compleanno Signor G', presso il Teatro UTS (sede dell'UPTER - Universita' Popolare di Roma - via Portuense 102), con particolare replica proprio il giorno del compleanno di Gaber , il 25 gennaio alle ore 21. (segue)



Luca Martella - Frascati 29 gennaio 2012
Il 25 gennaio 2012, Giorgio Gaber avrebbe compiuto 73 anni.

29 gennaio 2012: a Frascati presso l’Auditorium delle Scuderie Aldobrandini (ore 17.30), Luca Martella porta in scena i due atti teatrali “Sulle orme del signor G”, dal quartetto The GG Brothers Band e con la partecipazione di Fatima Lucarini.
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elementi compresi tra 21 gen 2012 e 29 gen 2012.

Luca Martella - Frascati 29 gennaio 2012Luca Martella - Frascati 29 gennaioLuca Martella - Frascati 29 gennaioLuca Martella - Frascati 29 gennaioLuca Martella - Frascati 29 gennaioLuca Martella - Frascati 29 gennaioLuca Martella - Frascati 29 gennaioLuca Martella - Frascati 29 gennaioLuca Martella - Frascati 29 gennaioLuca Martella - Frascati 29 gennaioLuca Martella - Frascati 29 gennaiovetrine

Luca Martella e il suo Omaggio a Gaber


AppuntamentoLuca Martella e il suo Omaggio a GaberTorna in scena l’attore Luca Martella con il suo Omaggio a Gaber in tre appuntamenti che celebreranno il grande maestro nato il 25 gennaio 1939. E proprio in occasione di questa ricorrenza, con il Patrocinio della Provincia di Roma, della Regione Lazio e con l'approvazione della Fondazione Gaber e di Radio Due, Luca Martella presenterà “Buon Compleanno Signor G” in collaborazione con Tonino Tosto, Vice Presidente Upter, Gabriella Marino di Ass.ne Artèteca e Fatima Lucarini. Lo spettacolo avrà luogo a Roma presso la sede dell’Upter (via Portuense, 102) domenica 22 gennaio alle ore 18.00 e mercoledì 25 gennaio alle ore 21.00. L’ingresso è di € 10,00.
Domenica 29 gennaio alle ore 17.30 a Frascati presso l’Auditorium delle Scuderie Aldobrandini sarà poi il momento dell’omaggio al Teatro-Canzone di Gaber con lo spettacolo in due atti “Luca Martella and The GG Brothers Band ... sulle orme del Signor G, 1970-2000”.
Tre appuntamenti speciali dunque da non perdere per ricordare ancora una volta con Luca Martella l’arte del grande maestro Giorgio Gaber e a 73 anni dalla sua nascita … Buon Compleanno Signor G !
Per info e prenotazioni: tel. 335.7255141.


Intervista con Luca Martella StampaE-mail

Intervista con Luca MartellIncontro con Luca Martella a teatro
Da alcuni mesi l’attore Luca Martella sta portando in tournée uno spettacolo molto affascinante e culturale: Sulle orme del Signor G, omaggio a Giorgio Gaber che lo vede sul palco protagonista assieme alla The GG Brothers Band. Sere fa è approdato a Frascati, uno dei castelli vicino Roma, nella splendida cornice di Villa Torlonia, nell’ambito del Festival Internazionale delle Ville Tuscolane. Visum ha intervistato Luca Martella.
Giancarlo Leone

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Pagine correlate:
Sulle orme del Signor G

Intervista con Luca MartellaLuca Martella è un attore poliedrico che si divede tra cinema teatro e la televisione. Attualmente porta in interessante spettacolo su Giorgio Gaber intitolato Sulle orme del Signor G.
Visum lo ha incontrato.
Luca, come è nata la passione per la recitazione?
Fin da piccolo – spiega l’attore - ho avuto questa passione e devo ringraziare mio padre e mio nonno. Sono nato e cresciuto nel cinema. Io e i miei fratelli, da piccoli, andavamo alla Titanus con mio padre a prendere le ‘pizze’, ossia le pellicole dei film e lì ho capito cosa fosse il cinema vero. Era destino, era scritto nel mio DNA. E sono pure nato nel ’68: rivoluzionario per definizione. Senza contare che ho pure i capelli rossi”.
Intervista con Luca Martella
Intervista con Luca MartellaParliamo di questo spettacolo su Gaber a cui tu lo dedichi
Sì, ormai da mesi, porto in scena questo spettacolo incentrato su un artista unico nel suo genere: Giorgio Gaber. Uno spettacolo – sottolinea - che intreccia emozioni e riflessioni ed è sicuramente molto suggestivo. Gaber è stato sempre un punto di riferimento per me, già dai tempi dell’Accademia e l’ho voluto ricordare con questo progetto artistico che ripercorre la sua storia attraverso i brani più celebri, da Lo shampoo a Destra-sinistra. Da notare, poi, la somiglianza che ho con lui. Per questo spettacolo ho coinvolto la mia famiglia, quasi tutta”.
Una bella band familiare
Esatto, ho voluto sul palco con me mio padre e mio figlio, tre generazioni a confronto. Ho cercato – afferma Martella - di coinvolgere la mia famiglia per dare allo spettacolo non solo un senso compiuto, ma anche per celebrare il mio percorso di vita con accanto una famiglia meravigliosa”.
Intervista con Luca Martella
Intervista con Luca MartellaIntervista con Luca MartellaTi abbiamo visti in vari film e fiction. Qual è il film che ti ha dato più popolarità?
Uno su Due di Eugenio Cappuccio, con Fabio Volo, dove recito in umbro. Con questo film sono stato anche in America e alle Hawaii, all’International Film Festival e all’Italian Film Festival come Guest Star, rappresentavo il cinema italiano. E’ stata una bella soddisfazione – confessa a Visum - e un riconoscimento che è arrivato in un momento importante e delicato della mia vita, dopo una malattia. Questo film – conclude - è stato sicuramente quello in cui ho messo di più della mia esperienza personale e credo che il pubblico l’abbia sentito, visti i risultati”.
Giancarlo Leone
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Teatro: Luca Martella in scena a Roma con omaggio a Gaber

Roma, 18 gen. - Un compleanno speciale e da ricordare quello di Giorgio Gaber. E a farlo ci pensa l'attore e regista Luca Martella con tre spettacoli dal vivo dedicati alla memoria del "signor G". Martella fara' rivivere monologhi e canzoni del cantautore e attore milanese, il 22 e il 25 gennaio a Roma presso il teatro UTS (sede UPTER) e il 29 gennaio a Frascati all'Auditorium delle Scuderie Aldobrandini. Un vero omaggio alla immensa discografia di Gaber, di cui il 25 gennaio ricorre l'anniversario della nascita. Con il Patrocinio della Regione Lazio, della Provincia di Roma e grazie all'approvazione della Fondazione Gaber e Radio Due, Luca Martella mette in scena il primo dei due spettacoli in programma, "Buon compleanno Signor G ", omaggio a Gaber in collaborazione con Tonino Tosto, vicepresidente Upter, Gabriella Marino di Ass.ne Arteteca e Fatima Lucarini.
L'antologia musicale spazia dagli anni '70 al 2000. Il viaggio della memoria dedicato a Gaber, "artista unico nel suo genere", come lo stesso Luca Martella lo definisce, parte il 22 gennaio da Roma (ore 18) con lo spettacolo "Buon compleanno Signor G", con particolare replica proprio il giorno del compleanno di Gaber, il 25 gennaio alle ore 21. E si conclude il 29 gennaio a Frascati presso l'Auditorium delle Scuderie Aldobrandini (ore 17.30), dove Martella portera' in scena i due atti teatrali "Sulle orme del signor G", un omaggio al "teatro-canzone" di Gaber, accompagnato dal quartetto The GG Brothers Band e con la partecipazione di Fatima Lucarini. La regia e' dello stesso Luca Martella, mentre gli arrangiamenti delle musiche sono di Massimiliano Staderini alle tastiere, Giampiero Frisone alla batteria, Matteo Martella al sax, Giancarlo Martella alla chitarra. Tre differenti incontri, dove si intrecciano emozioni e riflessioni, "per ripercorrere la vita e la storia di Gaber con brani che hanno lasciato un segno del grande talento musicale del "signor G", - spiega Luca Martella - come gli indimenticabili "Lo shampoo" a "Destra-sinistra". Ho curato personalmente - conclude Martella - l'adattamento e la regia, mentre le scenografie sono state progettate da Eva Desideri e Osvaldo Desideri, premio Oscar per "L'ultimo Imperatore"". Determinato fin da piccolo a diventare attore e formatosi presso il Teatro dei Cocci, Luca Martella ha collezionato nel corso degli anni straordinari successi con un ritmo vertiginoso. Dalle sue grandi e numerose interpretazioni nelle pieces teatrali di G. Lorca, S. Beckett, L. Pirandello., T.
Masucci a quelle in fiction tv e al cinema quali Le ragazze di Piazza di Spagna 2, Un papa' quasi perfetto, Carabinieri 3, Orgoglio 2, Distretto di Polizia 6 e 8 , Codice Aurora, Un caso di coscienza 3, Crimini Bianchi, Medicina Generale 2, Il commissario Rex 2, Squadra Narcotici, Fratelli detective 2, Commedia sexy, Decameron Pie, Federico e Francesco, Uno su due, La notte di Pasquino, L'incantatore di serpenti, Amici miei 1400.

http://sistema-bibliotecario.provincia.roma.it/content/luca-martella-sulle-orme-del-signor-g-omaggio-gaber-sala-convegni-16-17-18-e-19-dicembre-201



Sulle orme del Signor G - LUCA MARTELLA and the GG BROTHERS BAND


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La prenotazione del "biglietto e del posto a cena" non comprende il costo della cena.

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- I biglietti possono essere ritirati presso la nostra biglietteria dalle 24 successive alla prenotazione dal mercoledì alla domenica, dalle 15 alle 20, esibendo la mail o l'sms di conferma ed un documento d'identità. Info allo 06-79845959
- Si precisa che nella voce "biglietto con prenotazione cena" non è compreso, ovviamente, il costo della cena.

TEATRO: GIORGIO GABER RIVIVE A ROMA CON LUCA MARTELLA

Un compleanno speciale e da ricordare quello di Giorgio Gaber. E a farlo ci pensa l'attore e regista Luca Martella con tre spettacoli dal vivo dedicati alla memoria del 'signor G'. Martella fara' rivivere monologhi e canzoni del cantautore e attore milanese, il 22 e il 25 gennaio a Roma presso il teatro UTS (sede UPTER) e il 29 gennaio a Frascati all'Auditorium delle Scuderie Aldobrandini. Un vero omaggio alla immensa discografia di Gaber, di cui il 25 gennaio ricorre l'anniversario della nascita


http://www.centroumanistico.it/luca-martella-sulle-orme-del-signor-g


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LUCA MARTELLA SULLE ORME DEL SIGNOR G

Scritto da admin | Categoria "Q", Finestra Intuitiva, Eventi e attività, Sciriterapia, Ultimissime

Locandina Sulle Orme del Signor G
Locandina Sulle Orme del Signor G
Grossa attesa a Ciampino per il nuovo spettacolo di Luca Martella, un omaggio a Giorgio Gaber, dal 16 al 19 dicembre 2010, a Ciampino, Teatro Sala Convegni, ore21.00
Lo spettacolo, patrocinato dal Comune di Ciampino, dall’Assessorato alla cultura e alle comunicazioni, approvato dalla Fondazione Giorgio Gaber, diventa una occasione per una nuova iniziativa a favore della ricerca scientifica.

L’incasso sara’ devoluto per il sostegno alle terapie per il supporto alle attivita’ di ricerca sulle malattie psicosomatiche di matrice esistenziale, che da anni contraddistinguono il Centro Umanistico di Ciampino.
Ci racconta Luca Martella che sin dai tempi dell’Accademia Giorgio Gaber e’ stato un suo punto di riferimento, e che spesso si e’ divertito ad imitarlo ed inscenarlo.
Questo “divertimento”, grazie all’incontro con il Centro Umanistico di Ciampino, e’ diventato un progetto concreto, nato da una idea e da uno spunto, ed evoluto progressivamente nello spettacolo che andra’ in scena al Teatro Sala Convegni.
Lo spettacolo, diviso in due atti, riportera’ sul palco alcuni fra i brani piu’ famosi di Giorgio Gaber, come “Qualcuno era comunista”, “Lo shampoo”, “Io non mi sento italiano”, “L’America”.
Luca Martella ha personalmente curato l’adattamento e la regia, mentre le scenografie sono state progettate da Osvaldo ed Eva Desideri.
http://www.ampress.it/luca-martella-omaggia-giorgio-gaber-seguendo-le-sue-orme/



Luca Martella omaggia Giorgio Gaber seguendo le sue orme


In occasione del decennale della scomparsa del grande Giorgio Gaber, il regista e attore Luca Martella e il suo quintetto portano in scena a Frascati, il nuovo brioso spettacolo intitolato “Sulle orme del Signor G” presso le Scuderie Aldo Brandini del Comune di Frascati sabato 9 febbraio alle ore 20,30 e domenica 10 febbraio alle ore 17,30. Monologhi e canzoni accompagnati da un mix di ironia, riflessione e divertimento che rendono omaggio all’indimenticabile Gaber, un valido progetto artistico-culturale che ripercorre la sua storia attraverso brani indelebili che hanno regalato emozioni uniche qualiLo shampoo”, “Destra-Sinistra”,“Mi fa male il mondo”, “L’America”, “Qualcuno era comunista”, “Io non mi sento Italiano”, “La Libertà”. Determinato fin da piccolo a diventare attore, Luca Martella ha collezionato nel corso degli anni straordinari successi a ritmo incalzante. Dalle sue grandi e numerose intepretazioni nelle pièces teatrali di G. Lorca, S. Beckett, L. Pirandello., T. Masucci a quelle in fiction tv e al cinema quali Le ragazze di Piazza di Spagna 2, Un papà quasi perfetto, Carabinieri 3, Orgoglio 2, Distretto di Polizia 6 e 8 , Codice Aurora, Un caso di coscienza 3, Crimini Bianchi, Medicina Generale 2, Il commissario Rex 2, Squadra Narcotici, Fratelli detective 2, Commedia sexy, Decameron Pie, Federico e Francesco, Uno su due, La notte di Pasquino, L’incantatore di serpenti, Amici miei 1400. Il quintetto annovera musicisti d’eccezione come il maestro Fabio di Cocco alle Tastiere, Massimiliano de Lucia alla Batteria, Andrea Colella al Contrabbasso, Matteo Martella al Sax, Giancarlo Martella alla Chitarra. Lo spettacolo ha l’approvazione della Fondazione Gaber. Le scenografie sono state ideate e progettate da Eva e Osvaldo Desideri, Premio Oscar perL’ultimo Imperatoredi Bernardo Bertolucci.Porto in scena questo spettacolo incentrato su un artista unico nel suo genere – ha dichiarato LucaMartella -Uno spettacolo che intreccia emozioni e riflessioni. Gaber è stato sempre un punto di riferimento per me, già dai tempi dell’Accademia. Ho voluto sul palco con me mio padre e mio figlio, tre generazioni a confronto per dare allo spettacolo non solo un senso compiuto, ma anche per celebrare il mio percorso di vita con accanto una famiglia meravigliosa. Ho curato personalmente l’adattamento e la regia, mentre le scenografie sono state progettate da Eva Desideri e Osvaldo Desideri, premio Oscar per “L’ultimo Imperatore”.

LUCA MARTELLA INTERPRETA GABER ALL'AUDITORIUM DI FRASCATI



“Buon compleanno Signor G - Omaggio a Gaber” Monologhi e canzoni interpretati dall'attore Luca Martella In scena il 22 e 25 gennaio a Roma presso il teatro UTS (sede UPTER) e il 29 gennaio a Frascati all'Auditorium delle Scuderie Aldobrandini

Un compleanno speciale e da ricordare quello di Giorgio Gaber.
E a farlo ci pensa l'attore e regista Luca Martella con tre spettacoli dal vivo dedicati alla memoria del “signor G”. Un vero omaggio alla immensa discografia del cantante-attore milanese di cui il 25 gennaio ricorre l'anniversario della sua nascita.
Con il Patrocinio della Regione Lazio, della Provincia di Roma e grazie all'approvazione della Fondazione Gaber e Radio Due, Luca Martella mette in scena il primo dei due spettacoli in programma, “ Buon compleanno Signor G ”, omaggio a Gaber in collaborazione con Tonino Tosto,Vice Presidente Upter, Gabriella Marino di Ass.ne Artèteca e Fatima Lucarini.
Tre gli appuntamenti in calendario per un'antologia musicale che spazia dagli anni '70 al 2000 promettendo momenti divertenti, profondi, pungenti, ironici ed emozionanti.
Il viaggio della memoria dedicato a Gaber, “artista unico nel suo genere”, come lo stesso Luca Martella lo definisce, parte il 22 gennaio da Roma (ore 18) con lo spettacolo “ Buon compleanno Signor G, presso il Teatro UTS (sede dell'UPTER - via Portuense 102), con particolare replica proprio il giorno del compleanno di Gaber , il 25 gennaio alle ore 21.
E si conclude il 29 gennaio a Frascati presso l'Auditorium delle Scuderie Aldobrandini (ore 17.30), dove Luca Martella porterà in scena i due atti teatrali “Sulle orme del signor G”, un omaggio al “teatro-canzone” di Gaber, accompagnato dal quartetto The GG Brothers Band e con la partecipazione di Fatima Lucarini. La regia è dello stesso Luca Martella, mentre gli arrangiamenti delle musiche sono di Massimiliano Staderini alle tastiere, Giampiero Frisone alla batteria, Matteo Martella al sax, Giancarlo Martella alla chitarra.
Tre differenti incontri, dove si intrecciano emozioni e riflessioni, “per ripercorrere la vita e la storia di Gaber con brani che hanno lasciato un segno del grande talento musicale del “signor G”, - spiega Luca Martella – come gli indimenticabili “Lo shampoo” a “Destra-sinistra”. Ho curato personalmente – conclude Martella - l’adattamento e la regia, mentre le scenografie sono state progettate da Eva Desideri e Osvaldo Desideri, premio Oscar per “L’ultimo Imperatore”».

BREVE BIO DI LUCA MARTELLA:
Determinato fin da piccolo a diventare attore e formatosi presso il Teatro dei Cocci, Luca Martella ha collezionato nel corso degli anni straordinari successi con un ritmo vertiginoso. Dalle sue grandi e numerose interpretazioni nelle pièces teatrali di G. Lorca, S. Beckett, L. Pirandello., T. Masucci a quelle in fiction tv e al cinema quali Le ragazze di Piazza di Spagna 2, Un papà quasi perfetto, Carabinieri 3, Orgoglio 2, Distretto di Polizia 6 e 8 , Codice Aurora, Un caso di coscienza 3, Crimini Bianchi, Medicina Generale 2, Il commissario Rex 2, Squadra Narcotici, Fratelli detective 2, Commedia sexy, Decameron Pie, Federico e Francesco, Uno su due, La notte di Pasquino, L'incantatore di serpenti, Amici miei 1400.

http://www.romaamor.it/wp/?p=7394

Buon compleanno Signor G

locandina_gaber
Con il Patrocinio della Provincia di Roma e della Regione Lazio,
l’approvazione della Fondazione Gaber e Radio Due:
“ Buon compleanno Signor G ”, Omaggio a Gaber, con Luca Martella,
in collaborazione con Tonino Tosto, Vice Presidente Upter,
Gabriella Marino di Ass.ne Artèteca, e Fatima Lucarini,
presso la sede dell’Upter in via Portuense 102, Roma
domenica 22 gennaio 2012 - ore 18.00
e mercoledi’ 25 gennaio - ore 21.00.
Ingresso € 10,00.
Info e Prenotazioni: 3357255141
* * *
Domenica 29 gennaio - ore 17.30
all’Auditorium Scuderie Aldobrandini a Frascati:
“Luca Martella and The GG Brothers Band”…
sulle orme del signor G, 1970-2000,
omaggio al Teatro-Canzone di Gaber.
Tre differenti incontri, emozionanti…
Vi aspettiamo!
auditorium-scuderie-aldobrandini

http://www.spettacoloecultura.it/luca-martella-rende-omaggio-gaber.html

Luca Martella rende omaggio a Gaber

L’attore e regista LLuca Martella rende omaggio a Gaberuca Martella rende omaggio a Giorgio Gaber con un viaggio della memoria dedicato al cantautore milanese che parte il 22 gennaio da Roma (ore 18) con lo spettacolo ‘Buon compleanno Signor G‘, presso il Teatro UTS (sede dell’UPTER – via Portuense 102), con particolare replica proprio il giorno del compleanno di Gaber , il 25 gennaio alle ore 21.
L’omaggio – con il Patrocinio della Regione Lazio, della Provincia di Roma e grazie all’approvazione della Fondazione Gaber e Radio Due – si conclude il 29 gennaio a Frascati (Roma) presso l’Auditorium delle Scuderie Aldobrandini (ore 17.30), dove Martella porterà in scena i due atti teatrali ‘Sulle orme del signor G”, un omaggio al ‘teatro-canzone’ di Gaber, accompagnato dal quartetto The GG Brothers Band e con la partecipazione di Fatima Lucarini. La regia è dello stesso Martella, mentre gli arrangiamenti delle musiche sono di Massimiliano Staderini alle tastiere, Giampiero Frisone alla batteria, Matteo Martella al sax, Giancarlo Martella alla chitarra.



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Dopo il successo registrato in molti teatri e piazze italiane,
Luca Martella and The GG Brothers Band, porta in scena “...sulle orme del Signor G. - Omaggio a Gaber”
monologhi e canzoni interpretati dall'attore e regista Luca Martella: uno spettacolo dal vivo dedicato alla memoria del “signor G”, un vero omaggio alla immensa discografia del cantante-attore milanese. Un’antologia musicale che spazia dagli anni ’70 al 2000 promettendo momenti divertenti, profondi, pungenti, ironici ed emozionanti.


Il viaggio della memoria dedicato a Gaber, “artista unico nel suo genere”, come lo stesso Luca Martella lo definisce,
porta in scena due atti teatrali, un omaggio al “Teatro-Canzone” di Gaber, accompagnato dal quartetto The GG Brothers Band e con la partecipazione di Fatima Lucarini.
La regia è dello stesso Luca Martella, mentre gli arrangiamenti delle musiche sono di Massimiliano Staderini, anche alle tastiere, Giampiero Frisone alla batteria, Matteo Martella al sax, Giancarlo Martella alla chitarra.

Emozioni e riflessioni “per ripercorrere la vita e la storia di Gaber con brani che hanno lasciato un segno del grande talento musicale del “signor G”, - spiega Luca Martella – come gli indimenticabili “Lo shampoo”, “Destra-sinistra”, “Qualcuno era comunista”, ”La torpedo blu”. Ho curato personalmente – conclude Martella - l’adattamento e la regia, mentre le scenografie sono state progettate da Eva Desideri e Osvaldo Desideri, premio Oscar per “L’ultimo Imperatore”».

Con l’approvazione della Fondazione Gaber e dei vari patrocini istituzionali

Costo Spettacolo € 5.000,00 + IVA
Info 339/5378343




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Determinato fin da piccolo a diventare attore e formatosi presso il Teatro dei Cocci, Luca Martella ha collezionato nel corso degli anni straordinari successi con un ritmo vertiginoso. Dalle sue grandi e numerose interpretazioni nelle pièces teatrali di G. Lorca, S. Beckett, L. Pirandello., a quelle in fiction tv e al cinema quali Le ragazze di Piazza di Spagna 2, Un papà quasi perfetto, Carabinieri 3, Orgoglio 2, Distretto di Polizia 6 e 8 , Codice Aurora, Un caso di coscienza 3, Crimini Bianchi, Medicina Generale 2, Il commissario Rex 2, Squadra Narcotici, Fratelli detective 2, Commedia sexy, Decameron Pie, Federico e Francesco, Uno su due, La notte di Pasquino, L'incantatore di serpenti, Amici miei 1400. 


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Dopo il successo registrato in molti teatri e piazze italiane,
Luca Martella and The GG Brothers Band, porta in scena “...sulle orme del Signor G. - Omaggio a Gaber”
monologhi e canzoni interpretati dall'attore e regista Luca Martella: uno spettacolo dal vivo dedicato alla memoria del “signor G”, un vero omaggio alla immensa discografia del cantante-attore milanese. Un’antologia musicale che spazia dagli anni ’70 al 2000 promettendo momenti divertenti, profondi, pungenti, ironici ed emozionanti.



Il viaggio della memoria dedicato a Gaber, “artista unico nel suo genere”, come lo stesso Luca Martella lo definisce,
porta in scena due atti teatrali, un omaggio al “Teatro-Canzone” di Gaber, accompagnato dal quartetto The GG Brothers Band e con la partecipazione di Fatima Lucarini.
La regia è dello stesso Luca Martella, mentre gli arrangiamenti delle musiche sono di Massimiliano Staderini, anche alle tastiere, Giampiero Frisone alla batteria, Matteo Martella al sax, Giancarlo Martella alla chitarra.

Emozioni e riflessioni “per ripercorrere la vita e la storia di Gaber con brani che hanno lasciato un segno del grande talento musicale del “signor G”, - spiega Luca Martella – come gli indimenticabili “Lo shampoo”, “Destra-sinistra”, “Qualcuno era comunista”, ”La torpedo blu”. Ho curato personalmente – conclude Martella - l’adattamento e la regia, mentre le scenografie sono state progettate da Eva Desideri e Osvaldo Desideri, premio Oscar per “L’ultimo Imperatore”».

Con l’approvazione della Fondazione Gaber e dei vari patrocini istituzionali (Leggi la liberatoria della Fondazione Gaber)

Costo Spettacolo € 5.000,00 + IVA
Info 339/5378343






























































































BREVE BIO DI LUCA MARTELLA

Determinato fin da piccolo a diventare attore e formatosi presso il Teatro dei Cocci, Luca Martella ha collezionato nel corso degli anni straordinari successi con un ritmo vertiginoso. Dalle sue grandi e numerose interpretazioni nelle pièces teatrali di G. Lorca, S. Beckett, L. Pirandello., a quelle in fiction tv e al cinema quali Le ragazze di Piazza di Spagna 2, Un papà quasi perfetto, Carabinieri 3, Orgoglio 2, Distretto di Polizia 6 e 8 , Codice Aurora, Un caso di coscienza 3, Crimini Bianchi, Medicina Generale 2, Il commissario Rex 2, Squadra Narcotici, Fratelli detective 2, Commedia sexy, Decameron Pie, Federico e Francesco, Uno su due, La notte di Pasquino, L'incantatore di serpenti, Amici miei 1400. 


Studi
Diplomato al ” Teatro-azione” ,Teatro dei Cocci, diretto da C. Censi ed I. Del Bianco
Acting Training: corsi intensivi diretti da B. Bracco
Studio del canto e della voce presso la scuola “Vivaldi”
Strumento musicale:chitarra
Teatro
“ Di qui a cinque anni ” di G. Lorca - regia G. Fares
“ Nulla da fare niente da dire ” di S. Beckett - regia G. Fares
“ L ‘ uomo dal fiore in bocca “ di L. Pirandello - regia C. Censi
“ Omicidio su misura ” di T. Masucci regia C. Boccaccini
“ Carlo e Camilla ” di T. Masucci regia T. Masucci
“ Assassine in schegge “ di T. Masucci regia T. Masucci
“ Viaggi nell’amore…dai tempi di Shakespeare a ieri ” adattamento e regia di L.Martella
“ Luca Martella…sulle orme del Signor G ”,omaggio a Gaber.Adattamento,regia,di e con,L.Martella
Televisione
“ Le ragazze di Piazza di Spagna 2 ” - regia G. Lazotti
“ Un papa’ quasi perfetto ” - regia M. Dell’Orso
“ Carabinieri 3 ” - regia R. Mertes
“ Renato Zero ” video musicale - regia C. Alema’
“ Le Vibrazioni ” video musicale - regia C. Alema’
“ Orgoglio 2 ” - regia G. Serafini,V. de Sisti, A. Capone
“ Psyco - Delitti per gioco ” - regia D. Mazzoli
“ Distretto di polizia 6 ” - regia A. Grimaldi
“ Codice Aurora ” - regia P. Bianchini
“ Un caso di coscienza 3 ” - regia L. Perelli
“ La terza verita’ ” - regia S. Reali
“ Colpi di sole ” Sit-Com - regia M. Lamberti
“ Crimini Bianchi ” - regia A. Ferrari,Paolo M.
“ Medicina Generale 2 ” - regia L. Ribuoli
“ Il commissario Rex 2 ” - regia M. Serafini
“ Distretto di Polizia 8 ” - regia A. Capone
“ Le Iene Show ” Gag di e con Greg e Lillo
“ Scherzi a Parte ”
“ Paolo VI ” - regia F. Costa
“ Don Matteo 7 ” - regia L. Gasparini
“ Un caso di coscienza 4 ” - regia L. Perelli
“ Squadra narcotici ” - regia M. Soavi
“ Fratelli detective 2 ” - regia R . Izzo
Cinema
“ Commedia sexy ” - regia C. Bigagli
“ La notte di Pasquino ” - regia L. Magni
“ Il compagno americano ” - regia B. Barni
“ Decameron Pie ” - regia David Leland
“ Uno su Due ” - regia E. Cappuccio
“ Gli Eroi di Podrute ” - regia M. Curreri
“ Federico e Francesco ” - regia P. Bianchini
“ L’ incantatore di serpenti ” - regia S. Allocca
“ Amici miei 1400…come tutto ebbe inizio ” - regia N.Parenti
Pubblicita’
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Lingue Inglese(molto buono) - Francese(molto buono)
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